Una sera di fine estate Esther, Eva, Italo e Mario si ritrovano nella pineta di Roccamare per giocare a Un gioco serio.
Italo ha letto il manuale e si è assunto l’incarico di facilitare il gioco, spiegandolo alle altre persone. Oltre ad alcune bevande e qualche stuzzichino, il tavolo ospita le schede di gioco che Italo ha stampato e diviso per tipologia.
Per spiegare i concetti fondamentali del gioco, Italo ha riletto velocemente il capitolo Prepararsi a giocare. Quando tutte le persone al tavolo sono pronte, Italo legge ad alta voce le premesse del gioco.
Italo Questa è una storia di resistenza. Questa è la storia di una persona giovanissima che si ritrova a combattere insieme ai partigiani e alle partigiane, con l’incoscienza, la paura e il coraggio che la contraddistingue. Questa storia è ambientata nei boschi, sulle montagne o tra i vicoli di una città in cui era necessario rifugiarsi per sfuggire a fascisti e nazisti. Questa è la storia di come si cresce in fretta, quando si è costretti a fare i conti con il mondo delle persone adulte.» Per iniziare, creeremo insieme il personaggio protagonista.
Italo mostra una delle schede ruolo e indica la sezione Propositi in basso.
Italo Abbiamo deciso di giocare insieme stasera e questi quattro propositi ci torneranno utili. Considerateli come se fossero gli obiettivi della nostra serata.
Eva Iniziamo dal primo?
Italo Certamente. Leggilo pure e, se qualcosa non è chiaro, provo ad approfondire.
Eva «Non rendere noiosa la vita del protagonista.» Mi sembra abbastanza parlante: penso che nessuna persona a questo tavolo abbia piacere nel raccontare una storia tediosa o soporifera.
Mario I momenti noiosi non piacciono a nessuno...
Esther Quindi dobbiamo mettere costantemente in pericolo il nostro personaggio protagonista?
Italo Non esattamente. Dobbiamo solo mantenere un certo ritmo e far sì che gli eventi non siano monotoni. Si può fare senza necessariamente ricorrere a un uso costante del pericolo. Mario, ti va di leggere il secondo proposito?
Mario «Sottolinea le differenze d’età.»
Eva Ora capisco perché lo ha fatto leggere a te!
Mario Simpatica! Beh, mi sembra piuttosto logico come obiettivo in un gioco del genere. Hai parlato di un gioco di formazione, giusto?
Italo Sì. Uno dei temi del gioco è proprio l’incomunicabilità tra il mondo dei piccoli e quello degli adulti. Questo proposito dovrebbe aiutarci a portare in gioco il tema con una certa facilità.
Eva Puoi farci un esempio concreto?
Esther Ci provo io. Se dovesse capitarmi di interpretare un partigiano — di quelli con una certa esperienza — non perderei occasione per stuzzicare il personaggio protagonista, rimarcando che è solo un moccioso che mette tutti in pericolo.
Italo Non male. Però non esageriamo, perché non sono a mio agio con atteggiamenti del genere. Esther, vai con il terzo proposito.
Esther «Non tenere la storia sotto controllo.» Ecco, questo proposito mi è poco chiaro. Cosa significa?
Italo Raccontare una storia può diventare complicato, se a farlo sono quattro persone. Questo proposito serve a far sì che le persone non si affezionino troppo ai possibili sviluppi della storia che vengono loro in mente.
Mario Lo dici perché rischiamo di rimanere delusi?
Italo Anche. Lo dico soprattutto perché costruire sulle idee delle altre persone è divertente ed è anche un po’ lo scopo di giochi come questo.
Eva Ricapitolando: dobbiamo assicurarci che la storia non sia noiosa, dobbiamo sottolineare le differenze d’età e dobbiamo evitare di avere tutto sotto controllo. Cosa manca?
Italo «Affidati alle regole.»
Mario C’è chi non lo fa? Che gioco sarebbe, senza regole?
Italo A volte succede che le persone ignorano parte delle regole, perché le trovano complicate o incomprensibili, oppure perché pensano di sapere già come si gioca, rischiando di giocare tutti i giochi allo stesso modo. Questo proposito è una richiesta di fiducia da parte di chi ha scritto il gioco.
Esther Mi sembra comprensibile.
Italo C’è di più. È l’unico modo che abbiamo per assicurarci che la nostra partita sia coerente con le premesse del gioco.
Eva E noi vogliamo che lo sia!
Italo mostra le quattro schede ruolo al centro del tavolo.
Italo Inizio a spiegarvi come funziona il gioco, partendo proprio da queste schede. Il gioco è diviso in turni e, durante ogni turno, ognuno di noi ricoprirà uno di questi tre ruoli: persona di turno, motore dell’evento e astante.
Eva Come mai le schede sono quattro e non tre?
Italo Uno dei tre ruoli è doppio. Infatti il ruolo dell’astante viene ricoperto da due persone.
Eva Quindi, per esempio, tu sei la persona di turno, io il motore dell’evento, e Mario ed Esther gli astanti.
Italo Esatto! L’assegnazione dei ruoli avviene così: io sono la persona di turno e scelgo te come motore dell’evento. Automaticamente Mario ed Esther diventano gli astanti.
Mario Non ci sarebbero differenze tra me ed Esther, a livello di ruolo?
Italo No, avreste lo stesso identico ruolo. Tra l’altro, quello degli astanti è tutt’altro che secondario, come ruolo. La persona di turno ha l’incarico di interpretare il personaggio protagonista, mentre il motore dell’evento deve creare e impostare l’evento che il protagonista dovrà affrontare. In tutto ciò, gli astanti devono seguire il flusso della storia poiché solo loro possono chiedere alla persona di turno di far reagire il protagonista.
Esther Cosa intendi con «far reagire il protagonista»?
Italo Arriva un momento in cui al personaggio protagonista viene chiesto di reagire a ciò che accade. Vi leggo un brano in cui è chiaro cosa si intende con reazione: «Il Dritto gli abbandona un braccio e gli tappa la bocca con una mano. È un gesto sciocco, pericoloso: Pin gli affonda i denti in un dito, schiaccia con tutta la forza. Il Dritto getta un grido che lacera l’aria. Pin si stacca dal dito e si guarda intorno. Sono tutti con gli occhi addosso a lui, i grandi, questo mondo incomprensibile e nemico: il Dritto che si succhia il dito sanguinante, Mancino che ride ancora come in un tremito, la Giglia livida e gli altri, tutti gli altri a occhi lucidi, che seguono la scena senza tirare il fiato.»
Mario Hai reso l’idea. Dicevi che questa reazione viene chiesta dagli astanti, giusto?
Italo Sì, basta che la chieda uno dei due astanti, ma può anche essere richiesta da entrambi.
Esther Mi sembra chiaro.
Mario indica le schede maestro al centro del tavolo.
Mario E queste schede, invece?
Italo Queste servono per assegnare i ruoli tematici. Durante il turno di una persona, le altre tre gestiscono un maestro ciascuna. I tre maestri sono famiglia, Resistenza e nemico; si tratta di gruppi che contengono personaggi secondari legati al personaggio protagonista tramite un sistema di relazioni.
Mario Quindi il primo gruppo contiene familiari, il secondo partigiane e partigiani, e l’ultimo nemici?
Italo Esatto. Manteniamo l’esempio di prima: io sono la persona di turno, Eva il motore dell’evento, e Mario ed Esther gli astanti. Io interpreto il personaggio protagonista, ma voi tre oltre ad avere un ruolo funzionale avrete anche un ruolo tematico: per esempio Eva potrebbe gestire i nemici, Mario i familiari ed Esther i membri della Resistenza.
Eva L’esempio mi è chiaro, ma come vengono assegnati in realtà?
Italo La prima volta vengono assegnati durante la creazione del personaggio protagonista, nel momento in cui generiamo le relazioni. Poi i maestri ruotano a seconda delle scelte fatte dalla persona di turno. Quando il mio turno finisce, io scelgo un maestro da gestire nel prossimo turno e ci si scambia le schede. Magari nel prossimo turno io voglio gestire i familiari, quindi consegno la scheda protagonista a Mario e mi faccio dare la scheda maestro della famiglia.
Eva E se volessi cambiare maestro anche io? Posso scambiare le schede con Esther?
Italo No, gli altri maestri rimangono in mano a chi li sta gestendo. Puoi cambiare maestro solo se hai appena terminato il tuo turno come persona di turno.
Italo sistema la plancia di sicurezza al centro del tavolo.
Italo Questi tre simboli che vedete sulla plancia sono strumenti a nostra disposizione per gestire eventuali tematiche o argomenti che potrebbero metterci a disagio.
Esther In che senso?
Italo Il gioco è ambientato in un periodo complesso e come protagonista c’è una persona molto giovane. Pertanto può capitare che alcuni eventi abbiano un impatto emotivo maggiore su alcune persone. Questi tre simboli (pausa, dissolvenza e riavvolgimento) ci vengono in aiuto.
Esther Il primo mi sembra chiaro: se ho bisogno di una pausa, lo indico e ci prendiamo una piccola pausa. Gli altri due invece?
Italo Hai presente quando nei film viene inserita una dissolvenza, magari per non mostrare qualcosa di particolarmente violento?
Esther Sì. Quindi lo indico e smettiamo di raccontare quella cosa che mi stava mettendo un po’ a disagio.
Italo Corretto: tutti sappiamo cosa succede, ma semplicemente non ce lo diciamo in maniera chiara. L’ultimo invece serve per tornare un attimo indietro e rielaborare in maniera diversa una cosa che abbiamo narrato.
Esther Posso usarlo in qualsiasi momento?
Italo Puoi usarlo solo se c’è una ragione emotiva. Per esempio, non puoi usare riavvolgimento solo perché non ti piace la direzione che la storia sta prendendo. Puoi chiedere a qualcuno di rielaborare quanto ha appena detto solo se ti ha messo a disagio o se rischia di farlo.
Esther Va bene, immagino potrebbe succedere e quindi vedremo come farlo durante la partita. C’è altro o possiamo creare il personaggio protagonista?
Italo Vi ho detto tutto ciò che serve per iniziare a giocare. Il resto ve lo spiegherò nel momento in cui sarà necessario.
Italo prende la scheda protagonista e la mostra.
Italo Qualcuno vuole prendersi l’incarico di scrivere sulla scheda protagonista?
Eva Faccio io!
Italo Ottimo. Allora, la prima cosa da fare è scegliere il nome del personaggio protagonista.
Mario Stavo pensando a una bambina, sapete?
Esther Anche io!
Italo Abbiamo la nostra piccola partigiana, allora. Come la chiamiamo?
Eva Che ne dite di Libera?
Esther Un nome che è un presagio. Mi piace.
Italo Esther, scrivi pure il nome nell’apposito spazio. Dobbiamo scegliere l’età. Se non abbiamo idee particolari, il manuale consiglia dodici o tredici anni.
Eva Per me va bene.
Italo Se nessuno ha nulla in contrario, allora scriviamo «12 anni» sulla scheda. Veniamo al nome di battaglia, adesso. Possiamo sceglierlo subito oppure scoprirlo durante la partita.
Mario Libera ha già un nome gravoso da onorare. Io preferirei vedere quale nomignolo le verrà dato dagli altri membri della Resistenza.
Esther Anche io vorrei scoprirlo in corso d’opera.
Italo Concordo! Esther, lascia lo spazio vuoto. Come potete notare, l’ultima parte da compilare riguarda le relazioni di Libera.
Eva Mi pare di ricordare che questo è il momento in cui creiamo i personaggi secondari e allo stesso tempo assegniamo le schede maestro.
Italo Giustissimo. In questa fase una persona tra noi rimarrà senza scheda maestro e diventerà automaticamente la persona di turno per il primo evento.
Eva Come si crea una relazione?
Italo Seguiamo la procedura indicata nel manuale. Chi è la persona più grande d’età, qui?
Eva Mario, mi sa che ce l’ha con te...
Mario Va bene, Italo, sono io. Cosa devo fare?
Italo Per creare un personaggio secondario si deve dare uno spunto alle altre persone. Uno spunto è una semplice idea sul personaggio da creare, qualcosa che permetta di costruirci sopra. Nel tuo caso, Mario, devi scegliere un maestro senza fornire nessuno spunto. Saremo noi a creare un personaggio connesso a quel maestro senza indicazioni particolari da parte tua.
Mario Ho capito. Scelgo la Resistenza. Tocca a voi creare un membro della Resistenza. Carta bianca.
Mario prende la scheda maestro della Resistenza e una matita per annotare il personaggio secondario.
Esther Che ne dite di uno zio di Libera che era nell’esercito e ha nascosto la divisa per diventare partigiano? Italo, possiamo farlo anche se di fatto è un membro della famiglia?
Italo Si può fare. Possono esserci personaggi che concettualmente fanno parte di due maestri diversi. L’importante è decidere quale maestro è più importante per noi, in relazione a quel personaggio.
Eva Magari è il fratello del papà di Libera, che ne dite?
Italo Mi piace molto. Si chiama Sergio, ma tutti lo chiamano Regio in memoria dei suoi trascorsi nel Regio Esercito.
Esther Ci sta! Allora scrivo sulla scheda «Regio, zio di Libera, ex soldato passato con i partigiani.»
Mario Io devo annotare la stessa cosa nella scheda maestro della Resistenza?
Italo Sì. Inoltre c’è un’altra cosa da fare. Dato che Mario ha scelto la Resistenza come maestro, dobbiamo decidere quale reazione complessa sbloccare tra coraggio e idealismo.
Esther Le reazioni complesse sono quelle nella colonna di destra, giusto?
Italo Sì. Se non sono sbloccate, non le si può utilizzare in gioco. Quindi dobbiamo sbloccarne una iniziale, in modo tale da poterla usare fin da subito.
Eva Come si sbloccano le altre?
Italo A parte amicizia, tutte le reazioni primarie sono collegate a due reazioni complesse. Ogni volta che utilizzeremo una reazione primaria durante una precisa fase dell’evento (l’anticipazione), sceglieremo una reazione complessa da sbloccare tra quelle collegate per renderla utilizzabile nel corso del gioco.
Mario Tra coraggio e idealismo io sceglierei il primo. Che ne pensate?
Esther La coraggiosa Libera o l’idealista Libera? Non so decidermi, ma forse il fatto che l’abbiano chiamata Libera ha influito un po’. Magari i genitori sono entrambi idealisti.
Italo Sai che non mi dispiace questa cosa?
Mario Mi avete convinto: sblocchiamo idealismo!
Italo Esther, per favore contrassegna il rombo in alto a destra sulla casella, così siamo in grado di riconoscere le reazioni sbloccate da quelle bloccate.
Esther Fatto!
Italo Adesso le schede maestro ancora disponibili per essere scelte sono quelle della famiglia e del nemico. Mancano ancora tre personaggi secondari da creare. Procediamo in senso orario, quindi tocca a me che sono seduto a sinistra rispetto a Mario. In questo caso è un po’ diverso: scelgo un maestro, fornisco lo spunto, ma non prendo la scheda.
Mario Quindi tu sarai la prima persona di turno?
Italo Proprio così. Io scelgo di darvi uno spunto per una relazione familiare. Per qualche motivo sento che è successo qualcosa al papà di Libera, quindi vorrei una mamma piuttosto combattiva. Tocca a voi crearla costruendo sul mio spunto.
Mario Una mamma combattiva... Che ne dite della maestra del paese?
Eva L’unica che ha avuto il coraggio di affrontare il potestà quando tentò di smantellare la piccola biblioteca perché conteneva libri a suo dire proibiti?
Esther Proprio lei. Si chiama Clelia. La annoto come «Clelia, mamma di Libera, maestra e l’unica a tenere testa al potestà.»
Italo annota la stessa cosa sulla scheda maestro della famiglia, prima di rimetterla al centro del tavolo.
Italo Eva, tocca a te scegliere un maestro e fornire lo spunto.
Eva Posso fornire uno spunto per un secondo familiare o in alternativa scegliere il nemico?
Italo Esatto. Qualsiasi scelta tu faccia, devi prendere la scheda maestro che scegli.
Eva Beh, io vorrei proprio vedere la moglie di Regio!
Mario Bella idea!
Italo Davvero bella, concordo. Partendo dal presupposto che anche tra i familiari possono esserci esempi negativi, magari la zia di Libera è infuriata per la scelta del marito?
Esther Non al punto tale da tradirlo, ma di sicuro in casa ci sono scintille con Libera e Clelia. Magari vivono tutte insieme.
Mario Eva, io scriverei «Marisa, zia di Libera, infuriata con Regio per la scelta di andare in montagna.»
Eva Eseguo! Esther, appuntalo anche nella scheda protagonista.
Italo Rimane una sola scheda maestro, quella del nemico. Esther, tocca a te fornire uno spunto e prendere la scheda.
Esther Abbiamo parlato del potestà, quindi potrebbe essere il caso di crearlo come personaggio secondario. Anche se ammetto che avrei voluto un nazista come nemico.
Italo Questi sono solo i personaggi secondari iniziali. Durante il gioco, se controlli un maestro hai sempre la possibilità di creare personaggi secondari connessi a quel maestro.
Esther E allora datemi questo potestà!
Eva Lo immagino come un omino mingherlino, con la faccia da contabile. Magari era di bassa estrazione sociale, prima di diventare fascista.
Italo Non gli darei un nome, ma di sicuro la sua descrizione deve fare riferimento a questa sorta di riscatto nell’essere diventato una persona da temere.
Mario Allora potremmo annotarlo come «Il potestà, mingherlino, diventato fascista per convenienza, temuto da tutti.»
Esther Mi piace. Io lo scrivo sulla scheda maestro del nemico. Italo, tieni la scheda protagonista; annotalo anche qui.
Italo Certamente. Non ci resta che dare un po’ di spessore a Libera: una caratteristica fisica, un atteggiamento ricorrente o un tratto caratteriale.
Mario Fin dall’inizio la sto immaginando bionda, con i capelli raccolti in una lunga treccia.
Esther Secondo me ha preso dalla madre in quanto a combattività.
Italo Perfetto! Adesso in teoria dovremmo scegliere i luoghi in cui è ambientata la nostra storia, ma nel manuale c’è scritto che non è importante. Da quello che abbiamo creato finora, è chiaro che siamo nel classico contesto di un piccolo paese vicino ai boschi e alle montagne. Ci basta così?
Eva Ci basta così, dai. Iniziamo a giocare!
Italo prende la scheda ruolo della persona di turno dal centro del tavolo e la mostra a Esther, Eva e Mario.
Italo Questa la tengo io insieme alla scheda protagonista, dato che sono la persona di turno. Volevo solo mostrarvela per spiegarvi brevemente come funziona il sistema delle reazioni. Alcune reazioni sono utilizzabili in determinati momenti e non in altri; trovate queste informazioni in questa scheda ruolo.
Eva indica i simboli (A, D, C) accanto alle reazioni sulla scheda protagonista.
Eva Questi simboli indicano i momenti in cui si possono usare?
Italo Sì. A sta per anticipazione, D per dirompere e C per conta. Sono le fasi in cui si divide un evento. Sulla scheda protagonista, accanto a ogni reazione, ci sono alcuni di questi simboli: un modo per rendere evidenti le fasi in cui possono essere usate quelle reazioni.
Italo prende il segnalino nemico e lo mette al centro del tavolo, accanto alla plancia di sicurezza.
Eva E quello?
Italo È il segnalino nemico.
Esther Interessante! A cosa serve? Posso usarlo io, dato che gestisco il nemico in questo turno?
Italo Puoi usarlo tu, ma solo durante l’investitura. Che poi non è altro che il momento in cui la persona di turno decide il maestro attorno a cui far ruotare l’evento.
Mario Puoi farci un esempio?
Italo Certo. Tra poco, non appena avrà inizio il mio turno, io dovrò decidere su quale maestro sarà incentrato l’evento. Poniamo caso che io scelga la famiglia. Prenderò la scheda ruolo del motore dell’evento insieme a una scheda evento vuota e le consegnerò a Eva che gestisce la famiglia. Così facendo, Eva diventerà il motore dell’evento. Voi due, Esther e Mario, sarete gli astanti. Ecco, questo è il processo chiamato investitura.
Esther Come entra in gioco il segnalino nemico durante l’investitura?
Italo Nel momento in cui io consegno le schede a Eva investendola del ruolo di motore dell’evento, tu che gestisci il nemico puoi usare il segnalino nemico per diventare il motore dell’evento, costringendomi a giocare un evento incentrato sul nemico.
Esther Chiarissimo. Questo evento funziona in maniera diversa rispetto agli altri eventi?
Italo Sì, quando usi il segnalino nemico, durante quell’evento sei autorizzata a far morire una delle relazioni di Libera.
Esther Ah. Non me l’aspettavo. Quindi è una cosa che può succedere solo una volta...
Italo Giusto. C’è un’altra cosa che dovete sapere. Dato che la reazione amicizia la si può usare in qualsiasi momento, c’è una limitazione: dopo averla utilizzata due volte, l’unico modo per continuare a usarla è la morte di una relazione. Così facendo si ripristinano entrambi gli utilizzi.
Mario Bene, mi sembra tutto chiaro. Iniziamo?
Italo Direi proprio di sì.
Italo Da regolamento, il primo evento deve essere dedicato al primo contatto di Libera con la Resistenza.
Eva Quindi sei costretto a scegliere la Resistenza come maestro?
Italo Non necessariamente. Un maestro vale l’altro per questo scopo. Semplicemente dobbiamo fare in modo che durante questo evento Libera incontri i membri della Resistenza o ne senta parlare al punto tale da incuriosirsi.
Mario Allora scegli pure, Italo.
Italo Scelgo la famiglia. Eva, ecco la scheda ruolo del motore dell’evento. Ed ecco una scheda evento vuota. Mi sa che non ve l’avevo ancora mostrata...
Eva No, infatti.
Italo Allora è arrivato il momento di spiegarvi come funzionano gli eventi. Si tratta di una porzione di storia un po’ più strutturata rispetto alla singola scena. Come potete notare dalla scheda, un evento è diviso in tre fasi: l’anticipazione, il dirompere e la conta. Di un evento si giocano al massimo due scene, distribuite liberamente nelle varie fasi.
Mario Anticipazione, dirompere e conta sono tre momenti diversi?
Italo Sì, il momento clou è la fase centrale, il dirompere. Se l’evento è incentrato sulla scoperta del tradimento di uno dei partigiani, la scena o le scene del dirompere si focalizzeranno sul momento in cui questo tradimento viene svelato. L’anticipazione riguarderà le avvisaglie del tradimento: magari qualcuno esprime qualche dubbio oppure si decide di pedinare il sospettato quando scende da solo in paese. La conta, invece, ci permette di giocare ciò che avviene dopo il momento clou: di fatto si esplorano le conseguenze di ciò che è successo.
Mario Le fasi si giocano in sequenza?
Italo Sì, il gioco non prevede flashback.
Eva E chi decide quali fasi giocare?
Italo La persona di turno. Ma direi di vedere come funziona iniziando a giocare il primo evento. Eva, tocca a te, sei il motore dell’evento. Pensa a qualcosa in cui viene coinvolta la famiglia di Libera e ricorda che in qualche modo deve condurre Libera verso la Resistenza.
Eva Ho già un’idea. Devo condividerla con voi?
Italo Devi farlo creando il titolo dell’evento e comunicandolo a me che sono la persona di turno. Dato che sceglierò quali fasi dell’evento giocare proprio a partire dal tuo titolo, sii chiara e non preoccuparti se così facendo anticipi qualcosa, anzi!
Eva Perfetto, allora ti dico subito che il titolo dell’evento è «La conversazione segreta». Lo scrivo sulla scheda evento.
Italo Mi piace molto. Allora... vorrei giocare l’anticipazione e il dirompere, quindi due scene. Vi faccio solo notare che avrei potuto anche decidere di giocare una singola scena.
Eva Ho contrassegnato le due fasi sulla scheda evento. Devo creare un titolo anche per le due scene?
Italo Non si tratta esattamente di un titolo. Il manuale parla di annotazioni, quindi si tratta di tuoi appunti sulla scena; l’importante è che non li condividi con noi.
Eva Ok, datemi un attimo così annoto un paio di idee.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (anticipazione), Eva annota «Libera vede lo zio che si muove furtivo nel cortile sul retro della casa». Invece come appunto per la seconda scena (dirompere) scrive «Clelia e Regio confabulano in segreto in cucina».
Eva Sono pronta!
Italo Lasciatemi fare una raccomandazione prima che Eva inizi a narrare l’inizio della nostra storia: se avete dubbi sul vostro ruolo, date un’occhiata alle schede ruolo. Lì ci sono le risposte che cercate; per tutto il resto, non fatevi problemi a chiedere. C’è un’altra cosa che non vi ho ancora detto: il manuale suggerisce di usare il passato per raccontare la storia.
Mario In che senso?
Italo Come se fosse un libro. Per esempio, anziché raccontare «Prima di mettersi in marcia, Libera si avvicina al tavolo e afferra una mela» si può usare il passato per dare più atmosfera alla narrazione: «Prima di mettersi in marcia, Libera si avvicinò al tavolo e afferrò una mela.»
Esther Non è facile.
Italo No, non lo è. Ma è solo questione di abitudine. Dopo il primo evento ci verrà più naturale.
Eva Io ci sto. Ho un dubbio che non c’entra nulla: se faccio entrare in scena un personaggio secondario connesso a un altro maestro che non sia la famiglia, sono costretta a lasciarlo interpretare a chi gestisce quel maestro?
Italo Non sei costretta. Puoi interpretarlo tu in quanto motore dell’evento, senza bisogno di chiedere l’aiuto di un astante.
Eva Inizio, allora... «Libera si svegliò di soprassalto, con il cuore che batteva ancora veloce per un sogno di cui non ricordava granché, se non un rumore di passi. La stanza era immersa nel buio e solo la luce pallida della luna filtrava dalle persiane socchiuse.»
Italo «Libera cercò di riprendere sonno, pensando che forse era stato solo il vento a svegliarla.»
Eva «All’improvviso sentì di nuovo quel rumore: passi lenti dal cortile dietro la casa.»
Italo «Con il cuore di nuovo in affanno, Liberà si alzò dal letto cercando di non fare rumore. Il pavimento era gelido e il vetro della finestra ancor di più, nel momento in cui lo sfiorò con la mano per togliere la condensa. Si sollevò in punta di piedi e guardò giù verso il cortile.»
Eva «Tra le ombre create dagli alberi, Libera vide una figura familiare: lo zio! Non lo vedeva da mesi e tutti in paese sapevano che si era nascosto per evitare i fascisti, dato che era un disertore. Lo zio, quasi fosse un gesto dettato da un presentimento, alzò lo sguardo verso la finestra. Il viso era stanco e segnato dalla fuga, ma lo zio le sorrise portando il dito indice alle labbra...»
Mario Reazione! Posso chiederla, vero?
Italo Sì che puoi. Sei un astante ed è tuo dovere chiedere una reazione.
Esther Stavo per farlo io!
Italo Posso scegliere tra le quattro reazioni primarie, dato che stiamo giocando una scena di anticipazione... «Indecisa se avvisare la madre o precipitarsi giù dalle scale per abbracciare forte lo zio, Libera improvvisamente percepì una sensazione strana. La casa stava per ricomporsi, in qualche modo. Accolse quel senso di appartenenza e uscì dalla stanza.»
Esther Hai scelto appartenenza, quindi sblocchi dovere visto che idealismo è già disponibile?
Italo Esatto! E la scena ha termine. Eva, possiamo passare alla prossima scena: abbiamo una fase di dirompere da giocare.
Eva «I gradini di pietra erano gelidi, ma quello era il punto migliore per ascoltare la conversazione a voce bassa tra la madre e lo zio. Clelia aveva una voce ferma e decisa, il timbro tipico di una maestra esigente, ma quella dello zio non era da meno. Lo sentì dire: “Non posso incontrarla, non adesso.” Clelia di rimando lo incalzò: “Tua moglie non ti vede da quando l’esercito si è sfasciato e tu ancora...” Le ultime parole vennero sovrastate dal verso di una civetta.»
Italo «Libera scese un paio di scalini, cercando di non fare rumore. Sentiva di non essere ammessa a quel conciliabolo, ma la curiosità era troppa.»
Eva «Improvvisamente ci fu silenzio. Un fascio di luce attraversò le scale e la porta venne chiusa di nuovo. La voce dello zio era ancora più bassa, ma le parole arrivarono a segno: “Clelia, mi sono unito ai partigiani, ecco perché!”»
Italo «Libera si immobilizzò, trattenendo il respiro. Partigiani? La parola le risuonava nella testa, carica di significato e mistero. Aveva sentito parlare dei partigiani, uomini e donne nascosti nei boschi che combattevano contro i fascisti con coraggio e disperazione. Lo zio viveva con loro!»
Eva «Clelia parlò di nuovo, la sua voce era carica di preoccupazione. “Lo sai cosa comporta...” Lo zio sospirò: “Non avevo scelta, Clelia. I fascisti mi cercavano e non potevo restare nascosto per sempre. Questa è la mia battaglia, ormai. Non torno indietro.” Ancora silenzio, qualche parola incomprensibile e poi di nuovo lo zio: “Dai questa lettera a Marisa, è tutto in queste pagine. Sono certo che capirà e magari si deciderà a raggiungermi su in montagna.”»
Esther Reazione!
Italo Posso usare le due reazioni complesse sbloccate (dovere e idealismo) e amicizia... La scelta è facile: uso idealismo e barro la prima casella. «Libera si allontanò dalle scale, ritornando nella sua stanza senza fare rumore. Si sedette sul letto, il viso nascosto tra le mani. Non riusciva a calmarsi, il cuore le batteva troppo forte. C’era qualcosa di più grande in gioco, qualcosa che coinvolgeva tutti loro. Sentiva di dover fare qualcosa, insieme allo zio.»
Mario Mi piace! Era esattamente l’incipit di cui avevamo bisogno. Adesso che l’evento è terminato, come funziona?
Italo Io che sono la persona di turno scelgo il maestro che voglio gestire durante il prossimo evento e facciamo uno scambio di schede ruolo. Scelgo proprio la Resistenza, Mario.
Italo consegna a Mario la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro della Resistenza.
Italo Siamo pronti per il secondo evento. Tocca a Mario scegliere il motore dell’evento.
Mario Esther, voglio che l’evento sia incentrato sul nemico.
Mario prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Esther. Eva, il motore dell’evento precedente, le consegna invece la scheda ruolo del motore dell’evento.
Esther Devo agganciare questo evento a quello precedente?
Italo Non sei obbligata, puoi anche far passare un po’ di tempo e andare avanti. Abbiamo lasciato Libera con un germoglio di resistenza nel cuore; puoi anche saltare al momento in cui è già in montagna.
Esther Ho in mente qualcos’altro. Mario, il titolo di questo evento è «Fari nella notte».
Mario Mmm... c’è di mezzo il nemico, ci sono fari nella notte... scelgo dirompere e conta.
Esther Mi sembra un’ottima scelta. Con il nemico è meglio andare dritti al punto... e leccarsi le ferite, subito dopo.
Eva Sei entrata nello spirito giusto, vedo.
Esther Lo sai che mi diverte immaginare cosa potrebbe andare storto.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (dirompere), Esther annota «Libera si imbatte in un posto di blocco dei fascisti». Invece come appunto per la seconda scena (conta) scrive «Pensieri neri dopo la fuga».
Esther «Libera s’era messa in testa di seguire lo zio di nascosto, non appena Regio se ne fosse andato. E così fece, ma appena fuori dal paese lo perse di vista.»
Eva Sulla scheda ruolo dell’astante c’è scritto che deve aggiungere dettagli e supportare la narrazione del motore dell’evento, quindi aggiungo una cosa: «Seguire qualcuno di notte tra le vie del paese era facile; le ombre si stagliavano nette sulle pareti delle case. Fuori dal paese, invece, le fronde degli alberi producevano altre ombre ed era tutto più complicato.»
Mario «Libera si fermò sulla strada poco fuori dal paese e pensò alla direzione che avrebbe potuto prendere suo zio. Sapeva che i suoi amici si nascondevano lassù in montagna, ma non sapeva dove di preciso.»
Esther «Fu in quel momento che un’automobile uscì dal paese, diretta verso il punto in cui si trovava Libera. Il fascio di luce dei fari colpì l’albero accanto a lei, mancandola di poco.
Mario «Libera aveva già avuto a che fare con i posti di blocco che il potestà organizzava periodicamente per individuare staffette e tagliare i ponti a chi si era rifugiato in montagna, ma mai di notte. Rimase paralizzata dalla paura. Stavolta era tutto diverso, l’avrebbero scoperta e avrebbero avuto ragione ad accusarla.»
Esther «L’automobile si fermò non molto distante, tanto che Libera riuscì a distinguere le sagome di due uomini che scendevano dall’auto. Non l’avevano ancora vista. O forse sì?»
Italo A questo punto mi piacerebbe vedere la reazione di Libera.
Mario Essendo una scena di dirompere, devo ancora scegliere tra dovere, idealismo e amicizia. Scelgo dovere e barro la prima casella. «Libera pensò che era da stupidi farsi fermare proprio all’inizio della sua avventura. Il suo dovere era quello di raggiungere lo zio e unirsi alla Resistenza. Con un brivido di paura si mosse, gettandosi nel canale che correva accanto alla strada. Chiuse gli occhi e aspettò...»
Eva Meraviglioso! Vediamo cosa succede nella conta?
Mario Sì, sono molto curioso perché di fatto non si sa bene cosa sia successo a Libera. È stata scoperta? È riuscita a dileguarsi nella notte?
Italo Il bello del gioco è anche questo: la scansione degli eventi in fasi introduce incertezza e su quella incertezza è possibile costruire.
Esther «Libera perse la cognizione del tempo in quel canale, finché senti le portiere che si chiudevano e il rumore dei pneumatici sull’asfalto. Se n’erano andati.»
Mario «Libera, tremante ma determinata, uscì dal nascondiglio e si rimise in cammino. Alla prima occasione imboccò uno dei sentieri che si inerpicavano verso la montagna, pensando che prima o poi li avrebbe trovati i partigiani, o loro avrebbero trovato lei.»
Esther «Dopo aver superato una radura illuminata dalla luna, Libera fu costretta a infilarsi nel bosco. La sensazione di liberazione che aveva provato quando l’automobile si era allontanata stava svanendo insieme ai fari posteriori. Il cuore ricominciò a martellarle nel petto e il volto della madre le tornò in mente, come fossero passati mesi e non poche ore.»
Italo Reazione!
Mario Ottimo. È una scena di conta, quindi posso scegliere tra tutte le reazioni primarie e quelle complesse sbloccate. Mi sa che scelgo evasione. Devo anche sbloccare una delle reazioni complesse connesse a evasione?
Italo No, quello devi farlo solo quando scegli una reazione primaria durante l’anticipazione.
Mario Ho capito. Allora... «Invece di affrontare la realtà della decisione che aveva preso, Libera si perse nei suoi pensieri, cercando di immaginarsi da lì a dieci anni: una ragazza bellissima in quegli stessi boschi, intenta a raccogliere castagne. La libertà era un orto da coltivare con la mente, per non perderne il gusto né la voglia.»
Italo Brava Libera!
Mario Nel prossimo evento vorrei occuparmi della famiglia, Eva.
Eva Va benissimo, dammi pure la scheda di Libera.
Mario consegna a Eva la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro della Resistenza.
Eva Credo sia giunto il momento di vedere in azione la Resistenza.
Eva prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Italo. Esther, il motore dell’evento precedente, gli consegna invece la scheda ruolo del motore dell’evento.
Italo Visto che sei così impaziente di passare all’azione, Eva, il titolo di questo terzo evento è «La prima missione».
Eva Mi piace! Voglio giocare una scena di anticipazione e una di dirompere.
Italo Avrei fatto la stessa scelta. I preparativi in questi casi sono più interessanti di ciò che viene dopo.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (anticipazione), Italo annota «Libera scopre il suo nome di battaglia». Invece come appunto per la seconda scena (dirompere) scrive «Un avvertimento sconvolgente».
Italo «Zio Regio era seduto accanto alla piccola finestra cosparsa di gocce d’acqua. Si girò a guardare Libera e le sorrise. Tutti le avevano voluto bene dal primo istante, da quando era arrivata infreddolita al rifugio all’alba, superando una spessa coltre di nebbia.»
Eva «Libera rispose al sorriso dello zio e improvvisamente le vennero in mente le parole che zia Marisa dedicava al marito, per nulla lusinghiere e cariche solo di rancore. Non c’era stato modo di star soli neanche per un attimo da quando era arrivata al rifugio della Resistenza, ma Libera sapeva che forse non avrebbe comunque trovato il coraggio di dire quelle cose allo zio.»
Italo «Attorno a loro c’era fermento e nell’aria si respirava un’aria diversa. Nessuno le aveva ancora detto quali fossero i piani, ma anche una bambina avrebbe capito che c’era in ballo qualcosa.»
Mario «Nell’aria c’era un forte odore di umidità misto a qualcosa di indefinito che bolliva in un calderone accanto al fuoco. Ogni tanto qualcuno passava e aggiungeva un ciocco per ravvivare la fiamma.»
Italo «Marco era un ragazzo di sedici anni e aveva subito preso Libera in simpatia. Si sedette accanto a lei e le disse: “Mi sa che oggi tocca a te, ho sentito Dezembre che lo diceva a Regio. Sei pronta?”»
Eva «Dato che fino a quel momento l’avevano sempre messa a disegnare mappe perché ci sapeva fare con le matite, Libera tirò fuori dal giaccone l’astuccio di scuola e disse: “Come sempre!”»
Italo «Marco scoppiò a ridere, le scompigliò i capelli con una manata, si alzò e, rivolto agli altri, disse: “Signore e signori, Lapis è pronta a disegnare!”»
Eva Abbiamo il nome di battaglia?
Esther Mi sa proprio di sì!
Italo Lo scrivo nella scheda e appunto anche il personaggio di Marco, sia nella scheda di Libera che nella scheda maestro della Resistenza.
Mario Continuiamo?
Italo «Dezembre era il capo della Resistenza, in quel rifugio. Almeno, così era parso a Libera. Dicevano fosse un maestro, uno di quelli che insegnano alle persone grandi però. Libera non ci aveva capito granché, ma era sempre stato gentile con lei. A volte un po’ burbero, ma mai per cattiveria. Aveva tanti pensieri. Si inginocchiò davanti a Libera e le disse: “Quelle matite ti serviranno solo per la prima parte di questa missione.”» Ah, aggiungo anche Dezembre alla Resistenza.
Eva «Libera provò un po’ di paura, ma la curiosità e l’idea di poter essere utile ebbero il sopravvento. Si fece seria in volto nel rispondere a Dezembre: “Cosa devo fare?”»
Italo «“Devi consegnare un messaggio ad alcuni amici in paese. Io te lo detto, tu lo scrivi in piccolo su un pezzetto di carta, lo nascondi per bene così se ti fermano non lo trovano, e poi lo lasci in un punto ben preciso.”»
Eva «“Dove?”, chiese Libera guardandosi intorno e vedendo solo facce serie.»
Italo «“Hai presente dove c’è l’edicola votiva accanto alla casetta del parroco?”»
Eva «“Sì, ho presente. Ma dite che è pericoloso?”»
Italo «Fu Marco a parlare: “Un po’, ma sei l’unica di cui non sospettano. Se potessi, verrei con te.”»
Esther Reazione!
Eva Mmm... solo reazioni primarie. Proviamo a scegliere amicizia, così sblocchiamo lealtà. «Libera aprì l’astuccio, prese una matita, fece la punta, poi fece un cenno a Dezembre per dire che era pronta. Guardò Marco e disse: “Mi basta questo: sapere che i miei amici verrebbero con me, se solo potessero.”»
Italo Passiamo alla seconda scena, allora. «Pochi istanti dopo aver infilato il pezzetto di carta tra le pietre sotto l’edicola votiva, Libera sentì qualcuno alle sue spalle. Eppure era stata attentissima.»
Eva «Libera si voltò, pronta a scappare...»
Italo «... e vide Nilde, la perpetua. La donnina le sorrise: “Non pensavo mandassero te. Adesso vai via in fretta, prima che qualcuno ti veda.”»
Eva «Libera aveva tante domande in testa, ma non si decise a farne neanche una. Si voltò e andò via.»
Italo «Nilde la prese per il braccio, con una forza che mai Libera avrebbe potuto pensare. “Sta attenta, girano voci che il potestà sospetta di te da quando sei sparita.”»
Mario Dai, reazione!
Eva Non devo neanche pensarci, scelgo dovere: «Libera ringraziò Nilde per l’avvertimento e si allontanò di fretta. Camminando provò paura a ogni passo. Paura per sé stessa, paura per la madre, paura per le persone in montagna. Forse avrebbe dovuto porre fine a quell’avventura pericolosa. Ma poi, le persone in montagna... Era una cosa che andava fatta, sua madre avrebbe fatto lo stesso. Si assicurò di non essere seguita e prese la strada verso casa. Doveva parlare con la mamma.»
Mario A questo punto dovere diventa una reazione primaria, è corretto?
Italo Sì, è così. Appartenenza non è più disponibile e al suo posto possiamo usare dovere.
Eva segna il secondo utilizzo di dovere, barra la reazione primaria appartenenza e, accanto a dovere, annota «primaria».
Eva Nel prossimo evento vorrei gestire il nemico.
Esther Ottimo. Quindi io mi occuperò di Libera, anzi di Lapis!
Eva consegna a Esther la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro del nemico.
Esther Dato che è stato appena menzionato, vediamo cos’è in grado di fare questo potestà. Scelgo il nemico.
Esther prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Eva. Italo, il motore dell’evento precedente, gli consegna invece la scheda ruolo del motore dell’evento.
Eva Credo di avere in mente un titolo in grado di rispondere subito alla tua domanda, Esther: «L’arresto di Clelia».
Esther Ecco cos’è in grado di fare, il bastardo. Preferisco non giocare il momento clou, quindi scelgo il prima e il dopo: anticipazione e conta.
Eva Interessante...
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (anticipazione), Eva annota «Libera parla con la madre». Invece come appunto per la seconda scena (conta) scrive «Libera reagisce alla notizia che Clelia è stata arrestata».
Eva Abbiamo lasciato Libera che si stava dirigendo verso casa per parlare con la madre. Direi di riprendere da lì. Mario, dato che gestisci la famiglia, mi servirebbe che tu interpretassi Clelia.
Mario Va benissimo. Hai qualche indicazione da darmi? Ti aspetti qualcosa da Clelia?
Eva No, sentiti libero di interpretarla come meglio credi.
Italo Aggiungo solo una precisazione sulle regole e sul funzionamento degli astanti: Mario è impegnato a interpretare Clelia, quindi io sono l’unico che può chiamare una reazione.
Eva Va bene, grazie! «Libera non incontrò nessuno per strada e quando arrivò a casa le sembrò che tutto fosse tranquillo: i soliti due gatti poltrivano al sole sulla soglia d’ingresso.»
ester «Libera accarezzò i gatti e poi bussò. Le settimane passate in montagna le avevano messo addosso un’inquietudine che non passava facilmente. Anche la tranquillità la turbava, ormai. Anzi, soprattutto la tranquillità.»
Eva «La porta si aprì e Clelia apparve, come se non fosse successo nulla, come se Libera non fosse mai sparita nel cuore della notte, come se non fossero in pericolo.»
Mario «Clelia abbracciò Libera e, tenendola stretta, la fece entrare in casa. “Tesoro mio, sapevo che ti avrei rivista.”»
Esther «“Mamma, devo parlarti di una cosa.”»
Mario «“Avevo una figlia e me l’hanno trasformata in una piccola cospiratrice”, disse Clelia sorridendo. “Dimmi, quale oscuro segreto ti hanno confessato gli amici di tuo zio?”»
Esther «Libera si sedette nel punto in cui si sedeva ogni mattina per bere il latte caldo dalla tazza sbeccata. “Sapevi che la perpetua fa parte della Resistenza?”»
Mario «“So più di quanto pensi, cara.”»
Eva «Un cane ululò, lontano dalla casa. Un ululato grave interrotto bruscamente.»
Esther «Libera pensò di dover vuotare il sacco, ma era indecisa e temeva di metterla in allarme facendole capire il genere di rischi che sua figlia correva a stare in montagna.»
Mario «Clelia si inginocchiò davanti a Libera e le disse: “Non essere preoccupata. So molte cose e so anche di non essere a conoscenza di molte altre cose. Non preoccuparti per me, fai ciò che devi.”»
Eva «Ancora un mezzo ululato e poi un guaito. A Libera sembrò di sentire anche un’imprecazione soffocata.»
Italo Beh, basta così, reazione!
Esther Oddio, questa sì che è difficile da scegliere... Povera Libera, la sto portando su un sentiero molto tortuoso. Scelgo evasione: «Preoccupata per ciò che sarebbe potuto succedere se gli uomini del potestà l’avessero trovata in compagnia della madre, Libera strinse forte le mani di Clelia, si alzò, la abbracciò e fuggì dalla porticina sul retro.»
Mario Oh... non me l’aspettavo!
Italo Neanche io, devo ammetterlo. Esther, quale reazione complessa sblocchi? Disperazione oppure pragmatismo?
Esther Disperazione, ovviamente.
Eva Passiamo alla seconda scena, se non erro si tratta di una scena di conta.
Esther Esatto.
Eva «Due giorni dopo, in montagna, l’alba aveva portato anche il sole, quasi un’apparizione in quei giorni di nebbia. Libera era alla finestra, quando vide uno degli anziani del paese avvicinarsi al rifugio, lentamente. La colse una strana inquietudine. Nessuno di loro si avvicinava così tanto, se non per portare brutte notizie.»
Esther «Libera uscì e andò incontro al vecchio.»
Eva «Moreno aveva un po’ di fiatone, il passo era sì lento ma cadenzato. Guardava in terra e alzò lo sguardo solo quando vide gli scarponi di Libera. Il fiatone sparì, sormontato da un sospiro: “Proprio tu dovevi venire ad accogliermi, ragazza mia...”»
Esther «Libera sentì le gambe molli, ma si fece forza e chiese: “Perché non io?”»
Eva «Il vecchio fece un passo in avanti, si appoggiò con entrambe le mani al braccio destro di Libera e, facendo strada verso la casa, sussurrò: “Promettimi che non mi lasci qui, una volta che ti avrò detto quanto ho da dirti.”»
Esther «“Promesso, ma ora parla.”»
Eva «“Si tratta di tua madre, Libera. L’hanno portata in casa del potestà e quel farabutto non la lascia andare da due giorni.”»
mario e italo Reazione!
Esther Appena sbloccata e già utilizzabile: disperazione. «Liberà si buttò a terra, rischiando di far cadere anche Moreno. Le persone che erano dentro casa uscirono e la trovarono lì, per terra, con gli occhi rossi e il dorso della mano destra sotto il naso, a fermare le lacrime e il muco.»
Esther segna il primo utilizzo di disperazione.
Esther Nel prossimo evento vorrei gestire la famiglia.
Mario Riprendo Libera nel momento più duro.
Esther consegna a Mario la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro della famiglia.
Mario Penso ci sia bisogno di tutta la potenza di fuoco della Resistenza, adesso. Voglio che l’evento riguardi i partigiani e le partigiane.
Mario prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Italo. Eva, il motore dell’evento precedente, gli consegna invece la scheda ruolo del motore dell’evento.
Mario Italo, dimmi pure il titolo dell’evento a cui stai pensando.
Italo Certo. Immagino ci siano pochi dubbi a riguardo, da parte di tutti qui al tavolo: «Il salvataggio».
Esther Bello! Scelgo anticipazione e dirompere: va bene un po’ di azione, ma è anche importante vedere come ci si arriva.
Italo Sono d’accordo con te.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (anticipazione), Italo annota «Mettere a punto il piano». Invece come appunto per la seconda scena (dirompere) scrive «Nottetempo, nella casa del potestà...»
Italo «Regnava un silenzio spettrale nello stanzone freddo. Due lumicini a olio rischiaravano debolmente il tavolaccio su cui era stesa una mappa del paese, disegnata da Libera. I partigiani e le partigiane erano disposti intorno alla mappa, mentre Dezembre spiegava il piano con l’aiuto di Regio: “Lapis, voglio che questa cosa sia chiara: si libera tua madre perché è tua madre, ma soprattutto perché conosce molte cose sul nostro conto...”»
Mario «Libera lo interruppe, seria in volto: “... e perché tutti volete farla pagare al potestà.”»
Italo «Zio Regio sorrise a trentadue denti, le posò una mano sulla spalla e disse: “Sei dei nostri, ormai, mi pare chiaro.”»
Mario «Libera si inorgoglì nel sentire quella frase. Si guardò attorno e quel manipolo di persone le sembrò davvero una famiglia, ma Clelia le mancava proprio tanto.»
Italo «Il giovane Marco, quasi sdraiato sul tavolo, puntò il dito sull’accesso alla stradina che conduceva al retro della casa del potestà e disse: “Io posso appostarmi qui con Lapis e in caso di problemi vi avvisiamo.” Dezembre lo guardò con aria di rimprovero: “Puoi farlo, certo, ma Libera rimane qui al rifugio ad aspettarci.”»
Esther Reazione!
Mario Beh, mi sembra il minimo. Penso proprio di voler scegliere monelleria così sblocchiamo coraggio. «Libera fece schioccare la lingua con un sorrisetto impertinente: “Volete una tazza di latte e dei biscotti per quando tornate? Come no! Io non aspetto proprio nessuno. E poi, Marco senza di me rischierebbe di perdersi.”»
Eva Mi piace questa Libera sfrontata.
Italo Anche a me. Poi credo proprio che il coraggio le servirà eccome. Continuo con la seconda scena. «Libera, Marco, Dezembre, Regio e altri tre del gruppo raggiunsero la casa del potestà e si divisero. Libera e Marco rimasero all’imbocco della stradina ad aspettarli, mentre gli altri si avvicinarono al retro della casa. Non avevano incontrato nessuno entrando in paese e la casa sembrava disabitata.»
Mario «Pochi minuti dopo, Libera si girò verso la casa per raggiungere gli altri.»
Esther Lo sapevo. Brava, Libera!
Italo «Marco provò a chiamarla invano. Non poteva alzare la voce, qualcuno avrebbe potuto sentire. Strinse i pugni e rimase dov’era, perché aveva troppa paura di come l’avrebbe presa Dezembre.»
Mario «Libera aveva le gambe molli, come quando Moreno le aveva riferito dell’arresto della madre. Però continuò a camminare lungo il sentiero e per non farsi vedere si abbassò ancora di più. Si maledì per aver lasciato Marco ed essersi avventurata da sola. Degli altri non vi era nessuna traccia.»
Italo «La stradina girava tutto attorno alla casa, facendo un ampio arco attorno al giardino retrostante. Gli alberi lanciavano ombre ovunque e ogni tanto un uccello faceva un verso strano. Libera era a pochi passi dal cancelletto posteriore, quando la porta della casa si aprì e apparve lo zio Regio che cingeva la vita di Clelia con un braccio e la teneva in piedi.»
esther ed eva Reazione!
Mario Non ho alcun dubbio: scelgo coraggio. «Libera superò il cancelletto e si lanciò incontro alla madre. Ogni paura era svanita, ora che Clelia era libera. La strinse forte e aiutò lo zio a sostenerla. Le lacrime le scorrevano sulle guance e vedeva con enorme fatica.»
Mario segna il primo utilizzo di coraggio.
Mario Italo, se non ti dispiace nel prossimo evento vorrei gestire la Resistenza.
Italo Certamente.
Mario consegna a Italo la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro della Resistenza.
Italo Vorrei un evento incentrato sulla famiglia, adesso che Clelia e Libera si sono ricongiunte.
Italo prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Esther, che gestisce la famiglia. Eva, che gestisce il nemico, prende il segnalino nemico dal centro del tavolo e lo mette di fronte a sé.
Italo Ops.
Mario Che succede? Il motore dell’evento non è più Esther, ma Eva?
Eva Potevo farlo, no?
Italo Assolutamente sì. Dato che gestisci il nemico, puoi decidere che questo evento non avrà la famiglia al centro, bensì il nemico.
Esther Allora ti consegno la scheda evento, Eva.
Eva Italo, il titolo dell’evento è: «Un’imprudenza molto cara».
Italo Cara nel senso di costosa, immagino. Scelgo anticipazione e dirompere.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla prima scena (anticipazione), Eva annota «L’arrivo di Marisa al rifugio della Resistenza». Invece come appunto per la seconda scena (dirompere) scrive «I fascisti attaccano di notte».
Eva Esther, che ne diresti di interpretare Marisa?
Esther La moglie di Regio? Ci sto.
Eva Vuole ricucire con il marito, ok?
Esther Io avrei una domanda su questa cosa, Italo.
Italo Dimmi.
Esther Sono io a gestire la famiglia, perché Eva dovrebbe dirmi come si comportano i miei personaggi secondari?
Italo È previsto dalle regole. In quanto motore dell’evento, Eva ha deciso di volere Marisa in scena. Può farlo in tre modi: dirti cosa si aspetta da lei e lasciare che sia tu a interpretare Marisa; interpretarla per qualche battuta e poi lasciarla a te; addirittura può interpretarla senza neanche coinvolgerti. Marisa non è un tuo personaggio; la stai solo interpretando perché il motore dell’evento vuole coinvolgerti.
Esther Ok, ora mi è più chiaro. Scusa, Eva, non ce l’avevo mica con te.
Eva Ma figurati se l’ho pensato! Il tuo era un dubbio più che legittimo.
Italo Ve l’avevo detto che è un gioco un po’ diverso da quelli ai quali abbiamo fatto l’abitudine.
Esther Vero, me ne sto rendendo conto pian piano.
Eva A proposito, Italo, io avrei bisogno che sia presente anche Marco, il giovane partigiano amico di Libera. Posso chiedere a Mario di interpretarlo, dato che gestisce la Resistenza?
Italo Purtroppo no. Solo un astante può essere d’aiuto nell’interpretare un personaggio secondario. L’altro astante deve mantenere il proprio ruolo per poter chiedere la reazione alla persona di turno.
Eva Allora lo interpreto io.
Italo Questo puoi farlo senz’altro, come dicevo.
Eva «Dopo la liberazione di Clelia, per qualche giorno Dezembre impedì ogni azione. Dato che però alcuni scalpitavano per tornare a far cose, temendo che i fascisti alzassero troppo la testa, una mattina Dezembre acconsentì a una missione in una valle vicina per recuperare alcune armi nascoste. Al rifugio erano rimasti Libera, Clelia, Marco, Gina, e Michel, un francese che si era aggiunto a loro da poco e aveva una caviglia gonfia per una storta. Era pomeriggio inoltrato e gli altri non erano ancora tornati. Libera e Marco avevano deciso di aspettarli seduti sugli scalini davanti alla soglia della casa. Si sentì un rumore e dal sentiero sbucò Marisa.»
Italo «Libera si alzò e le andò incontro: “Zia, cosa fai qui?”»
Esther «Marisa aveva il fiatone per la salita: “Sto cercando lo zio, devo parlargli. Tua mamma è qui con te, vero? Dove sono tutti? Vi hanno lasciato da soli?”»
Italo «“Mamma è qui, non preoccuparti. Lo zio invece non c’è... è via con gli altri.”»
Eva «Anche Marco si alzò, ma rimase sugli scalini davanti alla porta chiusa. Con un tono freddo e distaccato, chiese a Marisa: “Com’è che ci avete trovato, signora?”»
Esther «“Nilde, la perpetua, l’ho pregata di dirmi dove vi avrei trovato, e ciononostante ci ha dovuto pensare due giorni prima di farlo.” Poi, rivolta a Libera: “Chiama tua madre, per favore. Ora che anche lei è qui con voi, che motivo ho di stare da sola laggiù al paese?”»
Italo «Libera annuì e si voltò per entrare in casa.»
Eva «Marco la fermò: “Aspetta... che ne sappiamo che non si tratta di un tranello?”»
Italo «“Ma è mia zia!”»
Eva «“Te la ricordi la storia che ci ha raccontato Dezembre? Del gruppo di Tigna che si fece fregare dal fratello di uno di loro? Anche tuo zio annuiva quando Dezembre diceva che non dovevamo fidarci di nessuno, manco delle donne, dei padri e delle madri.”»
Mario Reazione!
Italo Mi sa che Libera sceglie di fidarsi del suo amico Marco: amicizia. «Libera guardò Marco e si fece seria in volto, poi si rivolse alla zia: “Nilde sapeva che ce l’avevi con lo zio, non te l’avrebbe mai detto dove trovarci...”»
Italo segna il secondo utilizzo di amicizia.
Italo Adesso non si può più scegliere amicizia, finché non ne vengono ripristinati gli utilizzi.
Esther Vengono ripristinati quando muore una relazione di Libera, giusto?
Italo Proprio così. Questa cosa può avvenire solo durante questo evento, ossia quando l’evento è incentrato sul nemico perché qualcuno ha usato il segnalino nemico.
Eva Passiamo alla scena di dirompere, allora. «Giunse la notte e gli altri tornarono; ci furono discussioni, ma Regio le mise a tacere, contento che Marisa fosse salita in montagna a cercarlo. Libera non riusciva a chiudere occhio ed era appoggiata al vetro della finestra, guardava la luna crescente e si faceva mille domande, quando a un tratto le ombre tra gli alberi davanti al rifugio presero vita. Erano persone!»
Italo «Si allontanò in fretta dalla finestra e cercò Dezembre, precipitandosi sui corpi di quelli che dormivano sul pavimento.»
Eva «In quel momento si sentì un rumore simile a quello di una manciata di sassi gettata in una pentola di alluminio. I vetri andarono in frantumi e le pallottole si conficcarono nei muri. Dezembre per un attimo sembrò impietrito, poi si riscosse e tirò fuori la pistola dalla giacca spiegazzata. Gina era già sotto la finestra, indaffarata a caricare il fucile. Regio si era lanciato su Clelia e Marisa per proteggerle e farle nascondere sotto il tavolo. Marco, in piedi nella stanza invasa dal fumo della polvere da sparo e dai pezzi di intonaco che si staccavano dai muri, urlava: “Quei bastardi dei fascisti! Lo sapevo!”»
Italo «Libera alzò la voce verso Marco: “Sta’ giù, stupido!”»
Eva «Marco si voltò verso di lei, quasi di scatto. Aveva sul viso un’espressione di meraviglia, poi cadde a terra lentamente, come un burattino senza più fili.»
Mario No!
Esther Lo immaginavo, ma non ero pronta.
Eva Mi spiace... Italo, credo tu possa cancellare gli usi di amicizia così possiamo sceglierla nuovamente nelle prossime scene.
Italo Sì, inoltre cancello anche la relazione con Marco, non essendoci più. «Libera rimase immobile. Guardava Marco riverso a terra, gli occhi sbarrati, il fazzoletto al collo sempre più rosso. Le venne da piangere, ma non riuscì a farlo.»
Eva «Zio Regio la scosse, le indicò la credenza nell’angolo, poi le urlò nell’orecchio per sovrastare il rumore degli spari: “Non pensare a Marco, non adesso. Porta mamma e zia in cantina, ci penso io a rimettere a posto il mobile sulla botola prima che quelli lì entrino.”»
Esther Reazione!
Italo Ammetto di essere un po’ in difficoltà. Essendo una scena di dirompere e avendo già utilizzato una volta ben tre reazioni complesse su quattro, se scegliessi idealismo, disperazione o coraggio il gioco finirebbe qui.
Esther Ci sarebbe anche amicizia, dato che l’hai appena ripristinata.
Italo Eh, Libera deve scegliere se provare ad aiutare il suo amico Marco, anche se probabilmente non c’è più nulla da fare, o se prendersi di coraggio e obbedire allo zio. Ma forse c’è una terza strada che ci permetterebbe di continuare a giocare almeno un altro evento... «Libera guardò zio Regio e nei suoi occhi c’era solo tristezza, ma fece ciò che le aveva chiesto. Spostò la credenza, aprì la botola e aiutò Clelia e Marisa a scendere. Poi richiuse la botola e rimise la credenza al suo posto.» Ho scelto lealtà. Non abbandona nessuno, lei.
Mario Questo evento ci ha regalato due colpi di scena.
Italo E non è ancora finito.
Eva In che senso? Abbiamo giocato due scene.
Italo Vorrei giocare una scena ulteriore, Eva.
Eva Ah, mi piace! Come funziona?
Italo La scena ulteriore può svolgersi nella stessa fase di quella appena conclusa o in una fase successiva. Mi piacerebbe una scena di conta. Devi pensare al titoletto, come hai fatto per l’anticipazione e il dirompere; stavolta però devi comunicarmelo, perché devo decidere la reazione con cui far partire la scena.
Eva Quindi nella scena ulteriore partiamo dalla reazione di Libera? Interessante!
Italo Mi dai il titoletto e un minimo di contesto, poi io scelgo la reazione, la metto in gioco e da lì continuiamo.
Eva E chi decide quando la scena termina?
Italo Avendola richiesta, decido io quando termina. È un modo per approfondire l’evento e dare un po’ più di controllo alla persona di turno.
Eva Il mio appunto per la scena ulteriore è: «Il confronto con zia Marisa». «La morte di Marco fu l’unica, quella notte. A parte i fascisti venuti a cercarli; loro morirono tutti. Dezembre fu ferito a un braccio e Regio di striscio alla tempia. Ma non ci fu tempo per fare altro, se non scappare. Il rifugio era compromesso. All’alba erano già nei pressi della Croda del Nibbio, dove c’era un rifugio d’alta montagna. In balia del dolore e alla ricerca di un colpevole, tutti se la presero con Marisa.»
Italo Scelgo di nuovo ϑ amicizia, perché il dolore per Marco è ancora troppo fresco. «Libera si piazzò davanti a zia Marisa, che si stava prendendo cura della ferita di Regio: “Marco aveva ragione, sei stata tu a portarli da noi.” Poi scoppiò a piangere.»
Eva Mario, ti va di interpretare Regio? Io mi occupo di Marisa.
Mario Certo che sì. Cosa ti aspetti da lui?
Eva Non ho particolari idee. Anzi, mi piacerebbe vedere il suo conflitto interiore, quindi sentiti libero.
Mario «Regio fermò la mano di Marisa e guardò Libera: “Non è il momento, Libera.”»
Italo «“Non è il momento, ma lo sarà.” Libera si allontanò a grandi passi.»
Mario «Regio la seguì, la prese per un braccio e le disse: “Non prendere decisioni adesso. L’odio non aiuta a ragionare.”»
Italo «Libera aveva il viso arrossato dal freddo e dalla rabbia: “Non è odio, zio. È giustizia. Se la zia ha tradito, dobbiamo saperlo. Marco è morto!”»
Mario «Lo zio Regio fece un passo verso di lei, la sua voce era un sussurro rauco: “Giustizia è sapere, non sospettare. Quando tutto si calmerà, le chiederemo spiegazioni. Ma adesso dobbiamo sopravvivere.”»
Italo Per me possiamo chiudere la scena qui.
Italo segna la prima casella di amicizia.
Italo Eva, nel prossimo evento mi piacerebbe gestire la famiglia.
Esther È tutta tua.
Italo consegna a Esther la scheda protagonista e la scheda ruolo della persona di turno. In cambio riceve la scheda maestro della famiglia.
Esther Dato che potrebbe essere l’ultimo evento, Mario, vorrei fosse incentrato sulla Resistenza.
Esther prende una scheda evento dal centro del tavolo e la consegna a Mario. Eva, il motore dell’evento precedente, gli consegna invece la scheda ruolo del motore dell’evento.
Mario Esther, il titolo dell’evento è: «La battaglia del ponte».
Esther Voglio una sola scena nella fase del dirompere.
Sulla scheda evento, nello spazio dedicato alla scena (dirompere), Mario annota «Lo scontro con gli uomini del potestà».
Mario Sono passate alcune settimane dalla morte di Marco, ma dato che si tratta di una scena di dirompere direi di iniziare nel bel mezzo dell’azione. «Il rumore era lo stesso che Libera aveva sentito quella notte nel rifugio, solo che stavolta le parti si erano invertite. Scesi dalla montagna col favore delle tenebre, avevano colto i fascisti di sorpresa. Libera si riparò dietro il muretto del ponte, quando sentì Gina che la chiamava a gran voce: “Lapis! Lapis!”»
Esther «“Ci sono!”, urlò con tutto il fiato che aveva in gola.»
Mario «“Porta questa a Michel!”, le disse indicando una borsa da cui sporgevano i manici di alcune granate.»
Esther «Libera aspettò il momento giusto e poi corse a perdifiato sul ponte, tenendosi il più bassa possibile.»
Mario «Michel era ferito al braccio sinistro, prese la borsa con la mano destra, la ringraziò, le disse che era un angelo ma che doveva allontanarsi subito. Parlò in francese, ma il significato era chiarissimo dal tono che usò.»
Esther «Libera tornò alla sua postazione, dalla quale riusciva a vedere i movimenti degli altri ed era in grado di intervenire per portare aiuto o avvisare in caso di pericolo.»
Mario «I fascisti ripresero terreno sul ponte, quando un paio di esplosioni li ricacciarono indietro. Michel aveva fatto centro, ma il fumo non era ancora svanito quando zio Regio si lanciò all’attacco. Si sentirono alcuni colpi di fucile, poi Libera li vide: Regio e Michel per terra, a qualche metro di distanza l’uno dall’altro.»
Esther «Libera rivide per un attimo Marco danzare esterefatto nel rifugio attaccato dai fascisti. Rimase immobile per un tempo che le sembrò eterno.»
Mario «Ci fu un colpo di vento improvviso, come una finestra che si spalanca di colpo in pieno inverno. Libera vide una figura sfrecciarle accanto, urlando di disperazione. Era la zia Marisa...»
eva e italo Reazione!
Esther Preparatevi a salutare Libera, perché scelgo coraggio. «Libera rincorse zia Marisa sul ponte, incurante di tutto. Voleva fermarla, abbracciarla forte, farle capire come si era sentita quando Marco era morto, farle capire come si sarebbe sentita se anche lei avesse raggiunto zio Regio e Michel. Voleva fermarla a tutti i costi e portarla via da lì. Correva, Libera, come mai aveva corso in vita sua.»
Mario Non avrei saputo immaginare un finale più bello per la nostra storia.
Eva Sono d’accordo. Mi viene da piangere nell’immaginare la scena.
Italo Io sono realmente commosso, perché abbiamo dato una conclusione bellissima a una delle relazioni più interessanti.
Esther segna il secondo utilizzo di coraggio, barra la reazione primaria monelleria e, accanto a coraggio, annota «primaria».
Mario E adesso?
Italo Se Esther avesse scelto di giocare due scene, il turno si sarebbe interrotto comunque al termine di questa prima scena. Adesso ci aspetta l’epilogo.
Italo Mettiamo tutte le schede al centro del tavolo, a parte la scheda protagonista. A turno, ognuno di noi prende la scheda protagonista, sceglie un personaggio secondario e racconta qualcosa di Libera dal punto di vista del personaggio scelto.
Eva Quindi continuiamo la storia?
Italo Non esattamente. Si tratta semplicemente di un ricordo, di qualcosa che ci ha colpito, di qualcosa che vogliamo rimanga al termine di questa storia. Deve riguardare Libera e può essere riferito a momenti prima della guerra, durante la guerra o dopo la guerra.
Esther Credo di aver capito, è un po’ il lascito di Libera: l’eco delle sue gesta e della sua persona nella memoria di chi l’ha conosciuta.
Italo Esatto. Chi se la sente di cominciare?
Esther Vado io. Scelgo Clelia, la mamma di Libera. «La mattina dopo che Libera decise di raggiungere suo zio in montagna, trovai una lettera sul tavolo della cucina. C’erano scritte poche frasi, ma non dimenticherò mai le ultime parole: “Mi avete chiamata così e così dovete accettarmi: Libera.”»
Mario Io invece scelgo Dezembre. «Una notte, quando ci siamo dovuti rifugiare in alta montagna dopo l’attacco dei fascisti, né io né Libera si riusciva a dormire. Trascorremmo la nottata con il naso per aria, a guardare le stelle e parlare di come sarebbe cambiata l’Italia. Un discorso che mai avrei pensato di poter fare con una ragazzina.»
Italo Scelgo Marisa. «Urlava “ziaaa” e lo faceva con tenerezza, la bocca sporca di latte e il cucchiaio in mano. Aveva occhi grandissimi e curiosi. Era una bambina meravigliosa. È ancora una bambina meravigliosa, solo un po’ cresciuta.»
Eva Io vado controcorrente e scelgo il potestà. «Quando ci fecero uscire di galera, non ebbi il coraggio di tornare al paese. Cercai riparo in città, a casa di parenti. Avevo perso tutto. Giravo per le strade in cerca di lavoretti da fare e, in uno di quei giorni così neri, la vidi. Era una donna, ormai. Non credo mi riconobbe. Io cambiai subito strada e tirai dritto senza voltarmi indietro, per la vergogna e la paura. Noi si viveva così, allora.»
Italo Un gioco serio finisce qui.
Eva Grazie per avercelo proposto, Italo.
Mario Sì, è stata una bella esperienza.
Esther Ricorderò questa storia per un bel po’. Grazie!