Le scene

Prologo ed epilogo a parte, vi sono due tipologie di scena in Alzh & Imer: le scene della malattia e le scene dei ricordi. Le prime servono per narrare il progredire della malattia, le seconde invece sono flashback relativi ai ricordi del malato (e, a volte, della coppia).

Le scene della malattia (a parte quella relativa al primo stadio della malattia) vanno giocate in modo tale da rispondere alle domande elencate sotto la relativa sezione, sulla base delle pietre che avete di fronte (una domanda per giocatore).

A volte le domande presuppongono che sia accaduto qualcosa in precedenza o che possa accadere qualcosa durante la scena. Sentitevi liberi di discutere e trovare un punto d’incontro tra le due domande, o di giocare attivamente per fornire supporto all'altro giocatore nel rispondere alla sua domanda.

Nelle scene della malattia dovete utilizzare le regole per il malato e per il partner; inoltre quest’ultimo ha la possibilità di giocare una carta ricordo. Le istruzioni su come interpretare i protagonisti, contenute nella sezione “Il prologo”, valgono anche per tutte le scene della malattia. Chiudete le scene della malattia non appena vi rendete conto di aver risposto alle domande.

Le scene dei ricordi (cinque in totale) vanno giocate in modo tale da narrare il ricordo, seguendo le istruzioni contenute nella sezione relativa. Nelle scene dei ricordi dovete utilizzare la regola della fotografia.

Il prologo: Fate la conoscenza di Alzh e Imer

Giocate una breve scena che illustri la vita di coppia prima della malattia. Decidete dove e quando si svolge la scena, poi giocatela interpretando il vostro personaggio.

Assicuratevi di gestirla come se fosse una conversazione realmente avvenuta; limitate le descrizioni delle azioni al minimo (se necessario, mimate le azioni anziché descriverle), date voce al vostro personaggio, provate ad assegnargli una personalità che sia in grado di venir fuori dal tono della vostra voce o dalle vostre espressioni facciali. Date corpo ad Alzh e Imer.

Il prologo serve a farci conoscere i due protagonisti, le loro professioni, i loro desideri e i loro bisogni. Se credete possa aver senso, date ai due protagonisti parte della vostra esperienza di vita: la vostra professione, i vostri desideri, i vostri bisogni. Prestate solo attenzione al fatto che, così facendo, calarsi nei panni del personaggio potrebbe risultare più facile e di conseguenza anche molto più coinvolgente. Se vi sentite pronti, siate Alzh e Imer in tutto e per tutto.

I Stadio: Amnesie ricorrenti

Il primo stadio della malattia è caratterizzato da sporadiche perdite di memoria. I sintomi non incidono ancora sulla vita professionale e sui rapporti sociali. Tendenzialmente il malato tende a minimizzare e per chi gli sta accanto non si tratta di un campanello d’allarme.

Giocate una scena che risponda alle domande: «Come inizia la malattia? Qual è la prima cosa che dimentica il malato?» Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle domande.

I Ricordo: Un ricordo d’infanzia

Il malato pesca la prima carta nel mazzo dei ricordi e la rivela al partner, leggendone il contenuto ad alta voce. Il partner chiede al malato di mostrare l’oggetto che tiene in tasca. Tale oggetto è legato a un ricordo d’infanzia del malato, insieme allo spunto sulla carta. Il malato racconta il ricordo: tutto dev’essere nitido, preciso, quasi maniacale nelle descrizioni. Il malato ricorda tutto come se fosse ieri. Il partner prende la carta e la conserva davanti a sé, a faccia in sù.

II Stadio: Esordio della fase confusionale

Il secondo stadio della malattia è caratterizzato da frequenti difetti della memoria, confusione e lentezza, cambiamenti di personalità, tentativi di nascondere i sintomi, stati ansiosi o depressivi, comportamenti bizzarri.

Giocate una scena che risponda alle domande elencate più avanti, sulla base delle pietre che avete di fronte (una per giocatore). Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle due domande.

Il malato

  • Maggioranza di pietre bianche: «Come sta cambiando la tua personalità?»

  • Parità: «Quale comportamento bizzarro stai manifestando ultimamente?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Come inizia la tua ansia o depressione?»

Il partner

  • Maggioranza di pietre bianche: «Quali accorgimenti usi per venire incontro al malato

  • Parità: «Come affronti l’argomento malattia con il malato

  • Maggioranza di pietre nere: «Come suggerisci al malato di contattare un medico?»

II Ricordo: Un ricordo di gioventù

Il malato pesca una carta nel mazzo dei ricordi e la rivela al partner, leggendone il contenuto ad alta voce. Il partner, sulla base dello spunto indicato sulla carta, chiede al malato: «Una volta mi raccontasti che... Te lo ricordi?» Il malato racconta il ricordo. Ricorda tutto abbastanza bene; probabilmente fa confusione con l’anno o inserisce nel ricordo persone che non erano presenti. Il partner prende la carta e la conserva davanti a sé, a faccia in sù.

III Stadio: Progressione della fase confusionale

Il terzo stadio della malattia è caratterizzato dall’incapacità di prendere decisioni, episodi di disorientamento spazio-temporale, insistente negazione delle difficoltà.

Giocate una scena che risponda alle domande elencate più avanti, sulla base delle pietre che avete di fronte (una per giocatore). Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle due domande.

Il malato

  • Maggioranza di pietre bianche: «Hai perso qualcosa di valore. Come affronti questa perdita?»

  • Parità: «Cosa accade dopo esserti perduto ed essere stato ritrovato?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Come reagisci alla diagnosi certa di Alzheimer?»

Il partner

  • Maggioranza di pietre bianche: «Cosa fai per evitare che il malato si perda e non ritrovi più la strada di casa?»

  • Parità: «Come affronti l’argomento malattia con il malato

  • Maggioranza di pietre nere: «Come reagisci alla negazione delle difficoltà da parte del malato

III Ricordo: Un vecchio ricordo

Il partner pesca una carta nel mazzo dei ricordi e la rivela al malato, leggendone il contenuto ad alta voce. Il malato, sulla base dello spunto indicato sulla carta, chiede al partner: «Ti ho già raccontato di quella volta che... ?» Il partner racconta il ricordo, interrompendosi ogni tanto e lasciando che sia il malato a continuare. Il malato tenta di ricordare ma la narrazione dev’essere confusa: è chiaro che ricorda qualcosa, ma non così nitidamente. Il partner prende la carta e la conserva davanti a sé, a faccia in sù.

IV Stadio: Fase iniziale della demenza

Il quarto stadio della malattia è caratterizzato da reazioni emotive vistose, perdita della memoria e del pensiero, riduzione della capacità di prendere semplici decisioni, aumento del ritiro sociale.

Giocate una scena che risponda alle domande elencate più avanti, sulla base delle pietre che avete di fronte (una per giocatore). Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle due domande.

Il malato

  • Maggioranza di pietre bianche: «Il partner si prende cura di te. Come reagisci al fatto che sembra controllarti sempre e dovunque?»

  • Parità: «Qualcosa scatena una reazione emotiva vistosa. Di cosa si tratta?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Come reagisci al fatto di non saper prendere una decisione?»

Il partner

  • Maggioranza di pietre bianche: «Cosa fai per evitare che il malato si isoli e non voglia incontrare nessuno?»

  • Parità: «Come affronti l’argomento malattia con il malato

  • Maggioranza di pietre nere: «Come reagisci quando il malato scoppia in lacrime per un nonnulla?»

IV Ricordo: Un ricordo sbiadito

Il partner pesca una carta nel mazzo dei ricordi e la rivela al malato, leggendone il contenuto ad alta voce. Il malato chiede al partner di mostrare l’oggetto che tiene in tasca. Tale oggetto è legato a un ricordo che riguarda entrambi, insieme allo spunto sulla carta. Il partner racconta il ricordo, per tentare di riportarlo alla memoria del malato: tutto dev’essere nitido, preciso, quasi maniacale nelle descrizioni. Il malato ricorda pochissimo, probabilmente qualche frammento. Il partner prende la carta e la conserva davanti a sé, a faccia in sù.

V Stadio: Fase intermedia della demenza

Il quinto stadio della malattia è caratterizzato da disturbi del sonno e del movimento, allucinazioni, fantasticherie, comportamenti ripetitivi e privi di scopo, reazioni violente.

Giocate una scena che risponda alle domande elencate più avanti, sulla base delle pietre che avete di fronte (una per giocatore). Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle due domande.

Il malato

  • Maggioranza di pietre bianche: «Non riesci più a dormire bene. Come chiedi aiuto al partner

  • Parità: «Qualcuno viene a farti visita di frequente ma solo tu puoi vederlo. Di chi si tratta?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Qualcosa scatena una reazione molto violenta da parte tua. Di cosa si tratta?»

Il partner

  • Maggioranza di pietre bianche: «La cura del malato sta richiedendo sempre più energie e soldi. Come chiedi aiuto?»

  • Parità: «Come reagisci all’ennesima fantasticheria del malato

  • Maggioranza di pietre nere: «Il malato ha reagito in maniera aggressiva. Adesso temi per la vostra incolumità. Quale precauzione adotti?»

V Ricordo: Un ricordo perduto

Le carte sono finite. Il malato deve fissare il partner in silenzio per qualche minuto. Il partner deve interrompere il silenzio ogni tanto chiedendo: «Davvero non ricordi nulla?» Il partner chiude la scena non appena ha la sensazione che il momento potrebbe essere rovinato in qualche modo a causa di una scarsa immedesimazione nella situazione.

VI Stadio: Fase finale della demenza

Il sesto stadio della malattia è caratterizzato da perdita delle capacità verbali, passività, difficoltà nutrizionali, torpore, coma.

Giocate una scena che risponda alle domande elencate più avanti, sulla base delle pietre che avete di fronte (una per giocatore). Chiudete la scena non appena vi rendete conto di aver risposto alle due domande.

Il malato

  • Maggioranza di pietre bianche: «Sei a letto e il partner ti sta leggendo un libro. Carpisci solo qualche frase in un rarissimo lampo di lucidità. Di che libro si tratta?»

  • Parità: «Non riesci più a parlare. Come cerchi di farti capire?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Qualcosa ti riduce a letto e difficilmente potrai rialzarti. Di cosa si tratta?»

Il partner

  • Maggioranza di pietre bianche: «Adesso che il malato è a letto, paradossalmente è più facile prendersene cura. Cosa fai per alleviare le sue sofferenze?»

  • Parità: «Il continuo torpore a cui è soggetto il malato lo allontana da te ancor di più. Cosa fai per attirare la sua attenzione?»

  • Maggioranza di pietre nere: «Il malato è qui ma è come se non ci fosse. Pensi mai a una soluzione facile?»

L’epilogo: Lasciate andare Alzh e Imer

L’epilogo è una breve scena di chiusura. Non dovete seguire alcuna regola, se non quelle descritte qui di seguito per definire il tono dell’epilogo.

Scartate le index card il cui contenuto è stato cancellato e disponete al centro del tavolo solo quelle che presentano ancora lo spunto per il ricordo. Raccogliete tutte le pietre nere e tutte le pietre bianche davanti a voi, formando quindi due mucchietti, prendete la bilancia e pesateli:

  • Se la bilancia pende dalla parte delle pietre nere, narrate liberamente l’epilogo ponendo enfasi sulla malattia e su come alla fine sia riuscita a distruggere il rapporto tra i due; infine strappate i ricordi rimasti e lasciate andare Alzh e Imer.

  • Se la bilancia pende dalla parte delle pietre bianche, narrate liberamente l’epilogo ponendo l’accento sui brandelli di lucidità del malato e sulla cura costante del partner; mettete in gioco i ricordi rimasti e infine lasciate andare Alzh e Imer.

  • Se la bilancia non pende da nessuna delle due parti, non narrate alcun epilogo e lasciate che la storia rimanga in sospeso.

Qualora non doveste disporre di una bilancia, contate le pietre nere e quelle bianche per determinare il tono dell’epilogo.

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