Parla la Montagna
Tornate a sedervi. Tocca a voi parlare, adesso. Le cose sono un po’ diverse, però. Il vostro spirito è fuggito e dalle viscere della terra si sentono parole granitiche e dense di una saggezza millenaria. È la Montagna a parlare e voi dovrete darle voce.
Non so se vi è mai capitato di ascoltare un Ent, ma sono quasi certo vi sia capitato di leggere dei pastori di alberi. Essi parlano molto lentamente. La Montagna capisce l’entese, poiché il montagnese è una lingua imparentata con quella degli Ent.
La Montagna parla di fiumi che scorrono alle sue pendici, di ghiacciai sulla sua testa, di pietre che ruzzolano nella notte e di vento che si infila negli anfratti più nascosti. La Montagna parla di cose che crescono lentamente, di una stella alpina che ha appena perduto l’ultimo petalo rimasto, del fragore nelle sue viscere invisibile dall’esterno.
La Montagna è vecchia e si prende il suo tempo; di sicuro non controlla se è passato troppo tempo da quando ha iniziato a parlare.
Mentre parla, la Montagna prende lentamente una illustrazione dalla mano di ognuno dei due spiriti (senza vederle). Lentamente, mentre parla, sceglie una delle due illustrazioni, la mette al centro del tavolo mostrandola agli altri e invita lo spirito proprietario dell’illustrazione a parlare con un cenno della mano.
Infine, la Montagna volta nuovamente il medaglione al centro del tavolo e consegna l’illustrazione scartata all’altro spirito.
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