Ambientazione

Tirnath-en-Êl Annûn approfondisce le vicende di un periodo sconosciuto, se non a grandi linee, anche a diversi appassionati delle opere di Tolkien.

Avere un periodo così “vuoto” di eventi ha anche qualche vantaggio, come quello di permetterci di riempire quegli spazi vuoti con le avventure dei personaggi: cosa non da poco.

Storia dell’ascesa e della caduta dell’Arnor

Per aiutarvi a mettere carne sullo scheletro delle vostre avventure, abbiamo pensato di illustrarvi la storia di quei secoli che intercorrono tra la scissione dell’Arnor in tre regni e la caduta del regno di Angmar. Se le nostre poche parole spese a riguardo non dovessero bastarvi, nell’introduzione vi abbiamo già segnalato dove reperire maggiori informazioni.

Tutti gli eventi qui narrati sono estrapolati dal canone tolkieniano. Ce ne siamo discostati unicamente per le parti che trattano della storia dei Tirnath-en-Êl Annûn, che sono una nostra totale creazione.

Di quello che fu

Dopo la Caduta di Númenor (II 3319), Elendil approdò sulle coste della Terra di Mezzo con nove navi di sopravvissuti, tra cui vi erano i due figli Isildur e Anárion, e fondò due regni: Arnor a Nord e Gondor a Sud.

Elendil perì durante l’Assedio di Barad-dûr (II 3341) e, due anni dopo, cadde anche Isildur, presso i Campi Iridati, e con esso i suoi tre figli maggiori. Il suo ultimogenito, Valandil, che era troppo piccolo per andare in guerra, si trovava presso Gran Burrone e fu solo per questo che si salvò. Egli divenne il terzo re di Arnor, sebbene suo padre non fece neppure in tempo ad ascendere al trono che fu di Elendil.

Il decimo e ultimo re di Arnor fu Eärendur. Dopo la sua morte (III 861), tutti e tre i suoi figli avanzarono pretese di successione al trono di Arnor e ne seguì un guerra civile che si concluse con un nulla di fatto. L’Arnor venne diviso in tre regni: l’Arthedain, il Cardolan e il Rhudaur. Il primogenito di Eärendur, Amlaith di Fornost, divenne il primo re di Arthedain e i suoi due fratelli minori, dei quali non conserviamo il nome, divennero sovrani, rispettivamente, di Cardolan e di Rhudaur.

Attorno al III 1300, il Signore dei Nazgûl, per continuare la sua empia crociata contro i nemici dell’Oscuro Signore, si palesò nuovamente nel mondo nella parte più a nord dell’Eriador, presso quella regione circondata dalle propaggini settentrionali delle Montagne Nebbiose, che in séguito prese il nome di Angmar, e fondò Carn Dûm, proclamandosi Re Stregone di Angmar.

Le avventure dei nostri eroi si svolgono nella forbice temporale che va, grossomodo, dalla fondazione alla caduta del regno di Angmar (ca. III 1300-1975).

Della storia che non è stata raccontata

Si narra che Elendil, poi che fondò Annúminas, prese a sé i migliori e i più fedeli tra i suoi compagni e gli fece giurare in segreto di custodire le antiche vie e di ergersi a baluardo contro l’Ombra, fino a che la morte non li avesse presi.

Ne chiamò a sé settanta, che furono detti, appunto, i Settanta ma, poiché due di essi morirono anzitempo, sono settantadue i nomi riportati sulla Stele del Giuramento tutt’oggi presente presso le rovine di Annúminas, per chi sa dove cercarla.

Tirnath-en-Êl Annûn gli fu messo per nome, in lingua sindarin: Guardiani della Stella d’Occidente.

Vi è chi specula che essi furono così chiamati poiché erano originariamente i guardiani dei palantíri: dieci per ciascun palantír.

Altri, ancora, sostengono che la Stella d’Occidente altro non fosse che l’Elendilmir, la gemma reale di Arnor, e che l’Ordine abbia preso il nome da essa, poiché composto dai migliori tra i Dúnedain e i più vicini a re Elendil.

Altri, infine, giurano di aver trovato da qualche parte antichi riferimenti a un tesoro della Prima o della Seconda Era del Sole che andava sotto quel nome.

Ma, purtroppo, ora non ci è più dato di sapere a cosa si riferisse quel loro antico epiteto.

Delle antiche vie che ora sono perdute

Pare che, nei primi giorni dell’Ordine, fosse invalsa la regola che il proprio rango passasse, sia per linea maschile sia per linea femminile, all’ultimogenito.

Infatti, poiché i Guardiani dovevano mantenersi discreti e organici nel numero, siccome le loro schiere erano già ridotte, in questo modo vi erano più probabilità che l’Ordine non riguardasse i primogeniti, più ambiziosi e destinati alla gran parte dell’eredità per natura, e pertanto potesse rivolgersi agli ultimi tra i figli nati, spesso privati di un destino e sfuggenti alle attenzioni dei freddi compilatori degli alberi genealogici. E così la dedizione e la segretezza dei Guardiani furono coltivate nei secoli.

Ciascuno di essi era discendente di quei Settanta che furono all’inizio, ciascuno di essi portava nel suo sangue quello che un tempo tanto lontano fu il sangue dei fedeli compagni di sire Elros. Uomini di Númenor, Dúnedain del Nord, nati per compiere grandi imprese.

Col passare dei secoli, la morte in missione o per l’ingiuria del tempo spacciò molti di essi, e molti rami dell’albero furono estinti. Da allora, molte eccezioni alla regola sono state fatte, poiché nel tempo del bisogno l’uomo saggio sa piegare le leggi che egli stesso ha ordito, mentre tiene sempre alte nel suo cuore quelle che i Valar hanno imposto al mondo.

Dei luoghi e delle schiatte da cui provengono

Attualmente, i Guardiani sono reclutati dalle famiglie dei Dúnedain del Nord, provenienti da tutti e tre i reami indistintamente. Non vi è più la severità di un tempo nel considerare il lignaggio, purché i novizi abbiano una qualche ascendenza núnenóreana. Ora come in passato, secondo l’antico uso di Númenor, non vi è alcuna distinzione tra donne e uomini nell’Ordine.

Quanto agli altri Popoli Liberi della Terra di Mezzo, negli annali dell’Ordine non vi è riferimento alcuno all’inclusione di uno della loro schiatta tra le file dei Guardiani, né attualmente verrebbe accettato.

Tradizionalmente, i Tirnath-en-Êl Annûn hanno un buon rapporto con i loro cugini di Gondor. Si mormora che questi buoni rapporti siano stati coltivati con discrezione nel corso dei secoli.

Delle loro vicende durante la guerra civile

Ai tempi di Elendil, i membri dell’Ordine avevano un mandato ampio ed erano stimati tra chi li conosceva e guardati con riluttante rispetto dai loro rivali. Questo status durò per diversi secoli.

Con lo sfaldarsi di Arnor in tre reami distinti, i loro nemici vennero ad aumentare. Ci fu un grande consesso di tutti i Guardiani presso la Pietra del Giuramento dei Settanta, nell’ormai abbandonata Annúminas. Tutti i Guardiani si interrogarono sul da farsi e decisero unanimemente di non prendere posizione nella guerra civile, poiché non avrebbero tollerato che la meschinità degli Uomini permettesse loro di spargere a cuor leggero il sangue dei loro fratelli di Arnor.

Secondo un’antica leggenda, quella notte solo due di loro votarono contro il consiglio dei loro compagni. Alcuni dicono che per questo furono espulsi dall’Ordine; altri dicono che furono loro a chiedere di essere espulsi da un ordine di pavidi; altri ancora dicono che non ci fu mai una loro esclusione formale dall’Ordine.

Fatto sta che, tempo dopo, essi caddero preda dell’Ombra. Poiché, nel frattempo, i loro compagni, credendoli morti, li avevano rimpiazzati e i loro discendenti, desiderosi di riscattarne il nome, chiesero di essere ammessi nell’Ordine, i Guardiani tornarono a essere settantadue. Ancora adesso essi perdurano in questo numero, quasi fosse un monito di morte, per i primi due che prematuramente perirono nei tempi antichi, e di corruzione, per quelli che caddero nell’Ombra. Ed è per questo che si narra che, da quel momento, i membri dell’Ordine presero l’usanza di indossare una stella a sette punte e non più tre stelle come nei tempi passati, per avere sempre addosso la consapevolezza dei due che furono smarriti.

Di come vengono riguardati

Finita la guerra civile, i Tirnath-en-Êl Annûn mandarono ambascerie dai tre re, gli ricordarono il loro ruolo e retaggio, e li ammonirono contro i nemici di Arnor e contro pericoli insiti nell’Ombra.

Poiché essi erano stati costituiti da Elendil in persona – e, se mai l’onorabilità delle loro parole non fosse bastata, a testimoniarlo vi era una stele ufficiale presso le rovine di Annúminas – nessun re che si fosse considerato il legittimo regnante di Arnor li avrebbe disconosciuti. E fu così che la loro missione continuò, sebbene i tre regni dei Dúnedain del Nord fossero ormai divisi dall’ambizione e dalla meschinità che sempre minacciano il cuore degli Uomini.

Questo non significa che la transizione fosse stata indolore: molti erano i nemici dell’Ordine all’interno dei tre regni e molti li guardavano con sospetto o invidia. Ora che non vi era più un re legittimo di Arnor e che molto era andato perduto nella guerra civile, i nemici dei Guardiani si erano moltiplicati. Inoltre, essi erano guardati con sospetto in ciascuno dei tre regni, poiché si temeva che fossero spie in incognito dei regni rivali.

Ciò nonostante, i Tirnath-en-Êl Annûn continuarono la loro missione in silenzio e con dedizione, come sempre avevano fatto.

Del destino che li attende

Sta scritto negli annali che il regno di Angmar avrebbe preso a minacciare i regni dei Dúnedain del Nord a partire dal III 1300 circa.

Uno ad uno, i tre regni perirono sotto i colpi del Re Stregone: il Rhudaur, nel III 1356; il Cardolan, nel III 1409; e, infine, anche l’Arthedain cadde, nel III 1974.

Solo l’anno successivo arrivarono – ahimè, troppo tardi! – i rinforzi che l’Arthedain aveva chiesto ai suoi alleati. Troppo tardi per salvare ciò che restava del Regno del Nord, ma non per ravvivare quel poco di luce che da sempre risplendeva nei Tirnath-en-Êl Annûn.

Un esercito con a capo il principe Eärnur di Gondor e al quale si erano aggiunti gli Elfi di Lindon e gli Elfi di Gran Burrone, guidati da Glorfindel, si unì ai pochi Dúnedain del Nord rimasti e assieme sbaragliarono completamente l’esercito del Re Stregone che, non ucciso, fu di nuovo costretto a rifugiarsi a Mordor.

Tra di essi vi erano anche i Tirnath-en-Êl Annûn: la loro luce risplendé un’ultima volta presso Fornost Erain e poi fu estinta per sempre. La stragrande maggioranza di loro o era già morta o perì in quella fatidica battaglia. Il destino dei pochi che sopravvissero è sconosciuto ai più, ma in molti di certo sosterrebbero che uomini di così grande onore e dedizione non avrebbero avuto altra scelta che proseguire la loro missione al servizio dei capitani dei Raminghi.

Da allora, dei Tirnath-en-Êl Annûn non vi è più menzione e delle loro storie poco ci interessa, poiché più non devono riguardare né noi né questo mondo di Fate.

Geografia della Terra di Mezzo

Spesso di dà per scontato che il lettore conosca a menadito i nomi e la storia dei luoghi della Terra di Mezzo. Noi sappiamo che molti di voi sono dei grandi appassionati delle opere di Tolkien, ma a scanso di equivoci vi daremo un’infarinatura generale della geopolitica di quella parte di Terra di Mezzo che interessa le vicende di Tirnath-en-Êl Annûn.

E ora prendete una bella mappa della Terra di Mezzo e seguite con attenzione le nostre parole.

La Terra di Mezzo

Col termine “Terra di Mezzo” si indica quel continente dell’universo immaginato da Tolkien in cui sono ambientate molte delle vicende narrate nelle sue opere. La Terra di Mezzo si trova a oriente di Belegaer, il Grande Mare, e anticamente ne faceva parte anche il Beleriand, una terra enorme sprofondata nelle sue profondità alla fine della Prima Era.

Della Terra di Mezzo a noi interessa la parte più occidentale. Essa confina a oriente col Grande Mare, a nord con la Baia di Ghiaccio di Forochel (a nordovest) e con il Forodwaith (a nordest). A est confina con le Montagne Nebbiose, oltre le quali si estende il Rhovanion, e a sud con il regno di Gondor, che è diviso dal regno di Arnor da una grossa striscia di terra nota come Enedwaith che, ai tempi di Tirnath-en-Êl Annûn, è di fatto una terra di nessuno tra i due regni dei Dúnedain.

Le terre a ridosso del Grande Mare sono note come Lindon e confinano a oriente con i Monti Azzurri. Il Lindon è diviso al centro dal golfo di Lhûn: Forlindon, a settentrione, e Harlindon, a meridione.

Eriador

La terra a est dei Monti Azzurri è nota col nome di Eriador (sindarin “terra solitaria”) e si estende fino alle Montagne Nebbiose, a oriente, mentre a nord si spinge fino a comprendere le montagne di Angmar (e quindi anche Angmar stesso). A sud, sebbene le Montagne Nebbiose proseguano fino al Dunland, l’Eriador si considera seguire il corso del fiume Glanduin e poi del fiume Gwathló (Inondagrigio). Quindi, di fatto, dall’Eriador si considera escluso il Dunland e l’Enedwaith, mentre di esso fanno parte i territori dell’Eregion e del Minhiriath (quest’ultimo fa parte a tutti gli effetti del Cardolan).

Arnor

Se l’Eriador è solo una parte delle terre occidentali della Terra di Mezzo, l’Arnor è solo una parte dell’Eriador. L’antico reame del Nord ha per confine orientale il fiume Lune, più a sud il golfo di Lune e poi i Monti Azzurri di Harlindon. Il confine meridionale segue quello dell’Eriador: risale il fiume Gwathló, poi il Glanduin, ingloba le terre che furono del regno dell’Eregion e risale lungo le pendici delle Montagne Nebbiose, lasciando fuori Khazad-dûm, che è dominio dei Nani della stirpe di Durin. Più a nord, escluso il territorio di Gran Burrone, il confine torna a seguire le Montagne Nebbiose e successivamente gli Erenbrulli, lasciando fuori, a nord, il reame di Angmar. Il confine nord prosegue incerto inglobando le Lande Settentrionali, a nord di Fornost Erain, e più a ovest, gli Emyn Uial, a nord del lago Nenuial, ricongiungendosi poi col fiume Lune, a ovest, ma lasciando fuori le terre di Forochel, a nord.

L’Arnor, a sua volta, è diviso in tre regioni principali, che altro non sarebbero che i tre regni in cui fu scisso dopo la guerra civile iniziata nel III 861.

Arthedain

L’Arthedain è la più estesa delle tre regioni e, a ovest e a nord, segue i confini dell’Arnor. A est, il confine scende dalle Lande Settentrionali verso gli Emyn Sûl (Colline Vento), comprendendoli, e poi, a sud, segue la Grande Via Est fino a Brea; prosegue a ovest lasciando fuori i Tumulilande e la Grande Foresta, ma inglobando le terre della Contea (che verrà costituita ufficialmente nel III 1601). Poi, a sud, segue il corso del Baranduin (Brandivino) fino al Grande Mare.

Cardolan

Il Cardolan ha come confine occidentale con l’Arthedain il fiume Baranduin; a nord ingloba la Grande Foresta e i Tumulilande, proseguendo a est lungo la Grande Via Est, che ne segna il confine con l’Arthedain, e comprendendo le Lande Meridionali. Il confine prosegue seguendo la Grande Via Est fino al fiume Mitheithel (Fiume Grigio), seguendolo verso sud e lasciando fuori, a nord, la terra nota come “l’Angolo”. Alla confluenza col Bruinen (Rombirivo), il confine del Cardolan prosegue verso sud, lungo il corso del Gwathló (Inondagrigio), fino al Grande Mare.

Rhudaur

Infine, il Rhudaur è il meno esteso dei tre regni. A nord confina col regno di Angmar e con gli Erenbrulli, a est prosegue fino alle Montagne Nebbiose, scendendo lungo le Coldfell e il fiume Bruinen, lasciando fuori Gran Burrone e proseguendo verso sud inglobando l’Angolo, fino alla confluenza col Mitheithel (il Fiume Grigio). Per il resto, il confine del Rhudaur prosegue verso sud e verso ovest seguendo quelli, già tracciati, dei regni di Cardolan e di Arthedain.

Nota linguistica: Coldfell

Le Coldfells (lett. “colline fredde”) dell’edizione inglese de Il Signore degli Anelli sono magicamente sparite dalle traduzioni italiane e sono state perlopiù accomunate agli Erembrulli (ingl. Ettenmoors). Come spiegheremo anche sotto, pare che l’accostamento sia corretto.

Se tuttavia preferite distinguere le Coldfell dagli Erenbrulli, potete semplicemente considerare questi ultimi essere le alture a nord del Fiume Grigio (sindarin Mitheithel), che dividono la parte settentrionale del Rhudaur dal reame di Angmar, e invece considerare le Coldfell le alture a sud del Fiume Grigio.

In Tirnath-en-Êl Annûn abbiamo deciso di lasciare il sostantivo invariato, togliendo semplicemente la -s del plurale inglese.

Terre e popoli della Terra di Mezzo

Questo excursus etnografico e geopolitico è soltanto un accenno di quello che si potrebbe dire della composizione e della storia dei popoli e dei regni che risiedono nella parte più occidentale della Terra di Mezzo.

Non vogliamo scrivere una trattazione completa, che esulerebbe dai confini di questo mondo di Fate e, inoltre, darebbe la falsa impressione che queste informazioni siano davvero fondamentali e indispensabili per giocare. Come spiegheremo anche nei capitoli seguenti, in Tirnath-en-Êl Annûn è fondamentale che i singoli gruppi stabiliscano fino a che punto rispettare il canone tolkieniano e fino a che livello di dettaglio spingersi.

Qui troverete abbastanza materiale per muoversi col livello di dettaglio che piace a noi.

Una nota: qui sotto troverete elencati i popoli e, in relazione ad essi, le regioni da essi abitate.

Uomini dell’Eriador

La parte più cospicua della popolazione dell’Arnor era sicuramente costituita dagli Uomini dell’Eriador. Costoro erano imparentati con le casate degli Edain, quegli Uomini che, durante la Prima Era, attraversarono i Monti Azzurri, si recarono nelle terre del Beleriand e stabilirono rapporti di amicizia con gli Elfi.

Durante la Prima Era, le genti dell’Eriador furono del tutto esterne ai conflitti contro Morgoth e alle vicende della Guerra dell’Ira, anche se ovviamente vennero a conoscenza del grande cataclisma e che, come conseguenza di quella guerra, le terre a ovest dei Monti Azzurri erano sprofondate nel Grande Mare.

Nel II 600 furono piacevolmente sorpresi dello sbarco dei Númenóreani nella Terra di Mezzo e intrapresero con loro relazioni amichevoli. Gli Uomini dell’Ovesturia avevano altresì capito che le loro lingue e i loro popoli erano anticamente imparentati. Purtroppo, la Guerra tra gli Elfi e Sauron portò l’Oscuro Sire a dominare completamente l’Eregion alla volta del II 1700, ma un nuovo sbarco dei Númenoreani del re Tar-Minastir, mise in rotta gli eserciti dell’Ombra e liberò la regione.

Quando l’Ombra si insinuò a Númenor, i Dúnedain presero a venire in Eriador con spedizioni piratesche che terrorizzavano la popolazione locale e imponevano agli Uomini dell’Eriador pesanti tributi.

Dopo la Caduta di Numenor, gli Uomini dell’Eriador accettarono Elendil come loro signore e fecero parte a tutti gli effetti del regno di Arnor. Durante la Guerra dell’Ultima Alleanza, essi fecero parte dell’esercito di Arnor e contribuirono alla sconfitta di Sauron, anche se pagarono un tributo di sangue altissimo. Per questa ragione, nella Terza Era i loro numeri erano molto ridotti rispetto al passato; tuttavia essi si fusero in un unico popolo e cultura con i Dúnedain del Nord: la lingua locale si creolizzò con l’apporto dell’adûnaico, la lingua di Númenor, e nacque la lingua ovestron, che nella Terza Era è una lingua franca per tutta la parte occidentale della Terra di Mezzo.

Lossoth

I Lossoth, o Uomini delle Nevi di Forochel, sono un popolo di Uomini che abitano la regione eponima attorno alla Baia di Ghiaccio di Forochel, all’estremo nord dell’Eriador.

La regione di Forochel (sindarin “ghiaccio settentrionale”) confina a ovest con la punta settentrionale dei Monti Azzurri e con l’alto corso del fiume Lune; a sud confina col regno di Arnor tramite i Colli di Vesproscuro; a ovest confina con l’estremità occidentale delle Montagne di Angmar e col Forodwaith, l’antica patria di queste genti; a nord confina con la Baia di Ghiaccio, che comunica col Grande Mare ed è delimitata all’estremo nord dal Capo di Forochel.

I Lossoth sono ciò che rimane dell’antico popolo dei Forodwaith (sindarin “genti del nord”), che erano degli Uomini residenti fin dai tempi della Prima Era nelle regioni ghiacciate prossime ad Angband, la fortezza di Morgoth. La regione del Forodwaith prende il nome dalle genti che vi dimoravano e non viceversa. Durante la Terza Era, tutto ciò che rimaneva dei Forodwaith erano i Lossoth.

I Lossoth presteranno soccorso ad Arvedui, ultimo re di Arthedain, quando vi approderà con i rifugiati in rotta dalla sconfitta di Fornost Erain (III 1974). Come segno di gratitudine, il re donò loro l’Anello di Barahir ed essi gli predissero la sventura alla quale sarebbe andato in contro, qualora fosse salito sulla nave elfica, mandatagli in soccorso da Círdan il Carpentiere. Egli, tuttavia, non ascoltò il loro monito e salpò alla volta dei Porti Grigi; ma il fato lo colpì: lo fece affondare nella Baia di Ghiaccio e i due palantíri che portava con sé, quello di Annúminas e quello di Amon Sûl, furono perduti per sempre.

L’anello, alfine, verrà recuperato dai Raminghi del Nord, che lo porteranno a Gran Burrone, dove rimarrà fino al III 2951, quando Elrond lo affiderà ad Aragorn figlio di Arathorn.

Elfi di Lindon

La regione del Lindon (quenya “terra della musica”) confina a ovest col Grande Mare ed è divisa nettamente al centro tra Forlindon (Lindon settentrionale) e Harlindon (Lindon meridionale) dal golfo di Lune. Il golfo è formato dalla confluenza del fiume Lhûn (o, in ovestron, Lune) nel Grande Mare e, presso il suo estuario, si trova la capitale di Mithlond (i Porti Grigi).

Mentre Harlindon confina direttamente col reame di Cardolan tramite i Monti Azzurri meridionali, Forlindon si estende all’interno dell’Eriador oltre il confine naturale dei Monti Azzurri settentrionali, spingendosi fino al corso del fiume Lune, a est del quale inizia il territorio dell’Arthedain. Più a sud, il Lindon si spinge fino a inglobare i Colli Torrioni (Emyn Beraid), sui quali si ergono tre torri elfiche, in una delle quali è conservata la Pietra di Elendil, l’unico palantír che guarda sempre verso Ovest e che è custodito attentamente nelle mani degli Elfi di Lindon (sarà l’unico dei tre palantíri del nord a sopravvivere alla caduta dell’Arnor).

Il golfo di Lune possiede due insenature naturali, rispettivamente a settentrione e a meridione. Nella prima sorge la città di Forlond (sindarin “porto settentrionale”), il capoluogo del Forlindon. Nella seconda sorge Harlond (sindarin “porto meridionale”), capoluogo del Harlindon.

Lindon era il nome col quale i Noldor in esilio chiamavano la regione dell’Ossiriand (sindarin “terra dei sette fiumi”), anticamente abitata dai Laiquendi (Elfi Verdi). Quando il Beleriand sprofondò nel Grande Mare, alla fine della Guerra dell’Ira e con essa anche della Prima Era, il Lindon fu l’unica regione a sopravvivere a ovest dei Monti Azzurri. Durante la Seconda Era, Gil-galad, Alto Re dei Noldor, fondò Mithlond e popolò la regione alla guida degli Elfi superstiti, perlopiù Noldor e Sindar (ma anche Laiquendi).

Dopo la morte di Gil-galad nell’Assedio di Barad-dûr (II 3441), il titolo di Alto Re dei Noldor decadde formalmente, ma Círdan il Carpentiere, suo amico e braccio destro, divenne signore del Lindon e mantenne la signoria sugli Elfi di quelle terre fino all’inizio della Quarta Era.

Quando gli Stregoni (quenya Istari) e Glorfindel vennero nella Terra di Mezzo, attorno al III 1000, fu Círdan a dare loro il benvenuto e a donare Narya, l’anello del fuoco, a Olórin (Gandalf).

Círdan fu anche un alleato fondamentale durante tutto l’arco della Guerra di Angmar. Nel III 1409, dopo la caduta del Cardolan e di Colle Vento, Círdan venne in soccorso di re Araphor di Arthedain e lo aiutò a fermare l’avanzata del Re Stregone e a scacciare l’Ombra da Fornost e dalle Lande Settentrionali. Poi, nel III 1975, mandò una delle sue navi presso la Baia di Ghiaccio di Forochel perché portasse in salvo Arvedui, ultimo re di Arthedain, ma purtroppo la nave affondò nella baia, durante il viaggio di ritorno verso Mithlond (vedi sopra). Più tardi, sempre lo stesso anno, Círdan convinse gli Elfi a prestare aiuto ai Dúnedain del Nord e ai loro alleati provenienti da Gondor, sotto la guida del principe Eärnur, nella vittoriosa Battaglia di Fornost, che sancì la caduta definitiva del regno di Angmar.

Dopo la caduta dell’Arnor, Círdan rafforzò il suo controllo sui Colli Torrioni, affinché la Pietra di Elendil non cadesse nelle mani del Nemico. Durante la Terza Era, Mithlond continuò a essere il porto di partenza degli Elfi che decidevano di ritirarsi a Ovest del Grande Mare; Círdan ebbe sempre a cuore il suo ruolo di custode dei Porti Grigi e fu di certo l’ultimo Elfo a lasciare la Terra di Mezzo, durante la Quarta Era.

Nani dei Monti Azzurri

Durante la Prima Era, sui Monti Azzurri sorgevano due splendide città naniche: Belegost (Gran Rocca), a nord, e Nogrod (Dimora Cava), a sud, entrambe costruite e abitate dai clan dei Nani Barbafiamma e Vastifasci.

Purtroppo, come avviene per tutte le cose mortali, anche lo scintillio di questi due gioielli si estinse quando, alla fine della Prima Era, il Beleriand sprofondò nel Grande Mare. Le due città di Belegost e Nogrod non furono più, e la maggior parte dei Nani sopravvissutti migrarono dai loro fratelli del clan dei Lungobarbi a Khazad-dûm.

Tuttavia, alcuni di essi rimasero nei Monti Azzurri, a ricostruire le loro dimore ancestrali, ora ridotte a rovine e a memorie di un tempo passato. Molti di questi sopravvissuti si spostarono verso i Monti Azzurri meridionali.

Nel III 1974, quando Arvedui scampò alla caduta di Fornost Erain e prima che si recasse presso i Lossoth di Forochel, si rifugiò per un breve periodo di tempo presso le miniere dei Nani dei Monti Azzurri settentrionali.

Nel 1981, dopo che i Nani di Khazad-dûm risvegliarono il Flagello di Durin, la rovina cadde sul più grande regno nanico e molti dei suoi abitanti andarono profughi per la Terra di Mezzo. Molti di questi fecero ritorno ai Monti Azzurri e, tra di essi, parecchi discendevano dai Barbafiamma e dai Vastifasci, così come furono molti anche i Lungobarbi che li seguirono.

Molto più tardi, nel III 2770, il regno nanico di Erebor fu saccheggiato e distrutto dal drago Smaug e molti Nani, dopo aver trovato rifugio per qualche decennio nel Dunland, si trasferirono nei Monti Azzurri. Nel II 2802, Thráin II fondò le Sale di Thorin presso di essi e reclamò per sé il titolo di re del Popolo di Durin. Quando Thráin II morì, gli succedette il figlio Thorin II Scudodiquercia, famoso per aver condotto l’impresa che si concluse con la morte del drago Smaug e il ripristino del regno della Montagna Solitaria.

È molto probabile che, alla morte di Thorin II, poi che il cugino Dain II Piediferro divenne re sotto la Montagna nonché re del Popolo di Durin, molti Nani delle Sale di Thorin si trasferirono nel regno di Erebor e che le Sale di Thorin divennero un regno nanico minore, vassallo di quello.

Poco e niente sappiamo dei rapporti e dei contatti tra i Nani dei Monti Azzurri con gli Elfi di Lindon e con gli Uomini di Arnor per il lungo periodo che va dall’inizio della Seconda Era fino alla fondazione delle Sale di Thorin.

Hobbit

Siamo abituati ad associare il popolo dei Mezzuomini al territorio della Contea, che è interamente parte del regno di Arthedain, ma in Tirnath-en-Êl Annûn l’ubicazione degli Hobbit cambia a seconda del periodo in cui si svolge la campagna.

Alcuni credono che gli Hobbit abbiano la stessa origine degli Uomini, ma quel che conta è che essi fanno il loro ingresso nella storia durante la Terza Era come popolo originario delle valli del fiume Anduin, nelle Terre Selvagge, tra Boscoverde il Grande e le Montagne Nebbiose, dove vivevano vicino agli Uomini del Nord.

Attorno al III 1050 l’Ombra del Negromante cominciò a scaturire da Dol Guldur e si propagò nella parte meridionale di Boscoverde il Grande, che da allora cominciò a essere chiamato Bosco Atro. Probabilmente, come conseguenza di questa Ombra, molti Hobbit lasciarono le proprie case e iniziò l’Epoca della Lunga Marcia: i Pelopiedi attraversarono le Montagne Nebbiose, riversandosi nell’Eriador. Attorno al III 1150, anche i Paloidi seguirono i loro fratelli Pelopiedi nell’Eriador, mentre gli Sturoi preferirono muoversi verso sud: raggiunsero il Dunland e la zona vicino Tharbad attraverso il Valico Cornorosso.

Verso il III 1300, l’Ombra del Signore dei Nazgûl si estese sul regno di Angmar: molti Hobbit ne furono spaventati e per questo emigrarono verso ovest, verso Brea e Staddle. Nel III 1356 alcuni Sturoi ritornarono nei Campi Iridati, al di là delle Montagne Nebbiose.

Nel III 1601 due Hobbit di Brea, i fratelli Marcho e Blanco, ottennero dal re di Arthedain, Argeleb II, di poter colonizzare un’area piuttosto estesa tra il fiume Baranduin (chiamato dagli Hobbit Brandivino) e i Luoghi Lontani, che in precedenza era una riserva di caccia reale caduta in disuso e che successivamente diverrà nota come Contea. In cambio, essi avrebbero dovuto riconoscere la sudditanza al re di Arthedain, fornire ristoro ai messaggeri e tenere in ordine le terre, le strade e i ponti. Non passò molto che la notizia si diffuse e anche gli Sturoi che si erano recati nel Dunland raggiunsero la Contea.

Il capoluogo della Contea divenne Pietraforata sui Bianchi Poggi e da esso passava la Grande Via Est, che attraversava tutta la Contea (probabilmente la Grande Via Est collegava originariamente Mithlond e Imladris). La Contea era amministrata da un conte, originariamente nominato dal re di Arthedain, che risiedeva a Tucboro, e da un sindaco, che risiedeva a Pietraforata.

Nel III 1636 anche gli Hobbit della Contea furono colpiti dalla Grande Piaga, anche se in maniera marginale. Nel III 1975 gli Hobbit mandarono una compagnia di arcieri a servire con l’esercito dei Dúnedain del Nord e dei loro alleati nella Battaglia di Fornost.

Una volta caduto il regno di Arnor, gli Hobbit della Contea continuarono a eleggere un conte tra i capi delle famiglie più prominenti e a condurre una vita relativamente serena e ritirata in uno dei pochi territori rimasti discretamente popolati di quello che un tempo fu il Regno del Nord. Li vediamo ricomparire come protagonisti nei due capolavori del professore: Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.

Uomini di Brea

Le lontane origini degli Uomini di Brea vanno ricercate nelle popolazioni che abitavano durante la Seconda Era nei Monti Bianchi settentrionali, a ridosso della regione nota come Calenardhon. Essi erano imparentati anche con gli Uomini delle Montagne di Dunclivo.

Durante gli Anni Neri della Seconda Era, alcune di queste popolazioni migrarono fino alle valli delle Montagne Nebbiose meridionali, nella terra chiamata Dunland, e furono conosciuti come Dunlandiani. Altri proseguirono verso nordovest, fino ai Tumulilande, e poi si stabilirono attorno a Colle Brea, in un’area che diventerà nota come Terra di Brea, dove fondarono diversi insediamenti: Brea, Staddle, Arceto e Conca.

Quando, alla fine della Seconda Era, fu fondato il regno di Arnor, Brea sorgeva al crocevia tra la Grande Via Nord-Sud, che conduceva verso Gondor, e il tracciato della Grande Via Est. In seguito, gli Uomini di Brea divennero soggetti al Regno del Nord e adottarono l’ovestron come propria lingua.

Attorno al III 1300, molti Hobbit in fuga dall’Ombra che incombeva da Angmar migrarono fino alla Terra di Brea, dove trovarono rifugio e, da allora, Uomini di Brea e Hobbit vissero assieme e in armonia in quelle terre.

Dopo la caduta dell’Arnor (III 1975), gli Uomini di Brea continuarono a condurre le loro esistenze come avevano fatto in passato, prima della venuta dei re númenóreani.

Uomini delle Colline

Della stessa schiatta degli Uomini di Brea erano originariamente anche gli Uomini delle Colline. Nel corso della Seconda Era, la loro migrazione dai Monti Bianchi proseguì verso nord, fino al territorio che poi sarà parte del regno di Rhudaur. Nel corso della Terza Era, questi Uomini delle Colline popolarono massivamente l’area tra il Fiume Grigio e il Rombirivo, nota come l’Angolo, spingendosi fino agli Erenbrulli, a nord.

Essi erano soggetti al re di Arnor e, successivamente, al re di Rhudaur. Ma, nel XIV sec. della Terza Era, essi stabilirono le loro fortezze oscure sulle alture a ridosso del reame di Angmar, impararono le vie della stregoneria e furono corrotti dal potere dell’Ombra.

Poco prima del III 1356, uno dei capi degli Uomini delle Colline usurpò il trono alla casata númenóreana legittimamente discendente da Valandil, scacciò i Dúnedain del Nord dal regno e si alleò segretamente col Re Stregone di Angmar. Nel III 1409, il dominio dell’Angmar sul Rhudaur usurpato dagli Uomini delle Colline era tale che il Rhudaur cessò persino di esistere come regno indipendente e divenne una regione in tutto e per tutto soggetta al regno di Angmar.

Il fato degli Uomini delle Colline seguì quello dell’Angmar: ne furono fedeli sudditi fino alla fine della Guerra di Angmar e, così come l’Angmar cadde, anche gli Uomini delle Colline furono abbattuti dopo la Battaglia di Fornost. A causa della sconfitta nella guerra, la loro popolazione calò notevolmente e solo pochi superstiti continuarono a vivere nel territorio tra l’Angolo e gli Erenbrulli.

Elfi di Gran Burrone

Il fiume Bruinen (Rombirivo) si origina dalle Montagne Nebbiose in due punti e, prima di congiungersi nell’alveo principale, forma una valletta nascosta nella quale è insinuata Imladris (Gran Burrone).

L’affluente settentrionale del Bruinen sgorga in prossimità dell’Alto Passo. Vale la pena di ricordare che la Città dei Goblin venne fondata dagli Orchi presso l’Alto Passo attorno al III 2480 e cadde nel III 2941, come conseguenza della sconfitta nella Battaglia dei Cinque Eserciti. Pertanto, la sua esistenza esula dalla forbice temporale di Tirnath-en-Êl Annûn.

Imladris fu fondata da Elrond Mezzelfo alla fine della Seconda Era, nel II 1697, dopo che Sauron ebbe devastato il regno elfico dell’Eregion, a sud. Qui, appena a nord del Bruinen, gli Elfi superstiti arrestarono la loro ritirata e riorganizzarono le loro forze. Infatti, quando Sauron dichiarò guerra agli Elfi dell’Eregion, poiché Celebrimbor gli aveva nascosto l’esistenza dei tre anelli degli Elfi, Gil-galad, Alto Re dei Noldor, organizzò un’armata di Elfi di Lindon e mandò Elrond a dar manforte ai consanguinei d’Eregion. Nonostante le sue forze si unirono a quelle di Celeborn, Elrond e gli altri Elfi furono sconfitti e dovettero ritirarsi fino alla valle oltre il Bruinen, la valle in cui poi sorse Gran Burrone.

Nel II 1700 l’Eregion era completamente devastato e Imladris cinta d’assedio dalle forze di Sauron. L’assedio fu rotto dai rinforzi inviati da Gil-galad e da Tar-Minastir, re di Númenor e loro alleato, che riuscirono a battere Sauron e a scacciarlo dall’Eriador. Elrond fu nominato vicereggente di Gil-galad in Eriador e prese sede in Imladris. Fu in questo frangente che l’Alto Re dei Noldor donò segretamente Vilya, l’anello dell’aria, a Elrond e col suo potere egli rese ancora più sicura Gran Burrone, che divenne un baluardo contro l’Ombra posto all’estremo nord dell’Eregion.

Durante la Guerra dell’Ultima Alleanza, Elendil e Gil-galad si incontrarono a Gran Burrone, prima di attraversare le Montagne Nebbiose e ridiscendere verso Mordor con i loro alleati. Nel viaggio di ritorno, Isildur venne ucciso presso i Campi Iridati e non fece in tempo a tornare a Gran Burrone dalla moglie e dal suo quarto e ultimo figlio, Valandil. Questi, dopo aver ricevuto i frammenti di Narsil, lasciò Gran Burrone per recarsi ad Annúminas, dove reclamò il titolo di re di Arnor.

Elrond rimase a Imladris anche dopo la morte di Gil-galad e continuò a coltivare l’alleanza con i Dúnedain di Arnor, anche a causa della loro lontana discendenza da suo fratello Elros. Gran Burrone continuò a essere un bastione contro l’Ombra nell’Eriador orientale.

Quando, nel III 1409, l’Angmar attaccò l’Arthedain e distrusse Colle Vento e buona parte del Cardolan, gli Elfi di Gran Burrone si unirono a quelli di Lindon e aiutarono i Dúnedain del Nord a ricacciare la minaccia all’interno dei confini del regno di Angmar. Dopo la caduta dell’Arnor, nel III 1975, Aranarth, il primo capitano dei Dúnedain, si appoggiò a Gran Burrone come alleato e fulcro strategico delle operazioni dei Raminghi del Nord, e fece in modo che i discendenti della linea di Valandil vi trovassero rifugio. Qui vennero portati anche i cimeli superstiti della casata di Isildur, come i frammenti di Narsil e l’Anello di Barahir.

Nel III 109 Elrond sposò Celebrían – figlia di Galadriel e di Celeborn, che allora erano figure importanti (anche se non ancora signori) di Lothlórien – che gli diede tre figli: i gemelli Elladan ed Elrohir (III 130), e la figlia Arwen (III 241), che poi sposerà Aragorn II Elessar. Dal matrimonio tra Elrond e Celebrían i rapporti tra Imladris e Lothlórien si fecero piuttosto intensi.

Gran Burrone sarà un luogo di passaggio, di ristoro e di consiglio fondamentale per le vicende narrate ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli. Alla fine della Terza Era, Elrond lasciò la Terra di Mezzo per recarsi a Ovest, lasciando a Imladris i suoi due figli. Gran Burrone resisté per qualche secolo ancora nella Quarta Era, prima che tutti gli Elfi lasciassero la Terra di Mezzo.

Elfi dell’Eregion

L’Eregion (sindarin “terra dell’agrifoglio”), chiamata Hollin dagli Uomini, è una regione delimitata a est dalle Montagne Nebbiose, a sud dal fiume Glanduin, a ovest dal Mitheithel (Fiume Grigio) e a nord dal Bruinen (Rombirivo). L’area in cui il Glanduin confluiva con il Mitheithel formava dei maestosi stagni, noti come Nîn-in-Eilph, gli Stagni dei Cigni.

Il regno fu fondato nel II 750 dagli Elfi che lasciarono il Lindon al seguito di Celeborn e Galadriel. Molti di costoro erano noldorin, ma sarebbe sbagliato credere che solo la stirpe dei Noldor, tra tutti gli Elfi, risiedesse in questa terra. La capitale dell’Eregion era Ost-in-Edhil (sindarin “fortezza degli Elfi”) ed essa sorgeva alla confluenza dei fiumi Sirannon e Glanduin. Gli Elfi dell’Eregion stabilirono rapporti di alleanza e amicizia col magnifico e potente regno nanico di Khazad-dûm, che essi chiamavano Hadhodrond, situato vicino alle sorgenti del Sirannon, e col suo aiuto costruirono una strada che congiungeva le due città. Ma gli Elfi dell’Eregion commerciavano anche con gli Uomini di Númenor che, poco a sud della confluenza del Mitheithel e del Glanduin a formare il Gwathló (Inondagrigio), avevano fondato la città di Tharbad.

In un secondo momento, poco dopo che Annatar giunse nell’Eregion con i suoi doni e le sue parole melliflue, Galadriel e Celeborn lasciarono quella terra per recarsi a Lothlórien e Celebrimbor, figlio di Curufin e nipote di Fëanor dei Noldor, divenne signore dell’Eregion al loro posto. Nel periodo della signoria di Celebrimbor, l’Eregion era dominato dal Gwaith-i-Mírdain, il Popolo degli Orafi, ed essi erano abili come nessun altro nella loro arte, fatta eccezione per Fëanor stesso.

Sauron si aggirava in quegli anni per la Terra di Mezzo sotto le mentite spoglie di Annatar, il Signore dei Doni. Dapprima si recò a Lindon con le sue promesse, ma la saggezza di Gil-galad e di Elrond impose loro di guardarlo con sospetto e di non cedere ai suoi inganni. Le sue lusinghe, invece, fecero breccia nel cuore dei Mírdain, ed egli convinse Celebrimbor e i suoi ad aiutarlo a forgiare gli Anelli del Potere. Nove per gli Uomini mortali e sette per i Nani nati dalla pietra ne forgiò, e poi l’Unico, l’Anello Sovrano, per sé. Ma Sauron stesso fu ingannato da Celebrimbor, che forgiò a parte tre anelli per gli Elfi immortali: ed essi erano sì legati all’Unico, ma non soggetti al suo oscuro potere.

Come Sauron lo venne a sapere, montò su tutte le furie e mosse guerra all’Eregion e al Popolo degli Orafi che vi dimorava. Era l’anno II 1697 e, nonostante l’assistenza dei Nani di Khazad-dûm e i rinforzi provenienti dal Lindon, l’Eregion cadde, e con esso la sua capitale Ost-in-Edhil, e vi perì anche Celebrimbor, e con esso ebbe fine per sempre la stirpe di Fëanor e anche la loro terribile maledizione. Sauron riuscì a impadronirsi dei Nove e dei Sette, ma gli Elfi riuscirono a mettere in salvo i Tre, che appartenevano agli Eldar ed erano gli unici sui quali mai si stese la mano dell’Oscuro Sire.

I pochi superstiti fuggirono nel Lindon, a Lothlórien o a Gran Burrone, che fu fondata allora come bastione contro Sauron oltre il fiume Bruinen. I Nani di Khazad-dûm chiusero le porte occidentali della loro città, poiché nulla più aveva da offrirgli quella terra, spogliata dalla signoria di Celebrimbor, spogliato a sua volta della vita. E così ebbe fine anche la storia dell’Eregion.

Durante la Terza Era, l’Eregion era una terra bella e rigogliosa, ma quasi totalmente spopolata.

Nani di Khazad-dûm

Khazad-dûm fu fondata durante gli Anni degli Alberi, prima che persino il sole esistesse, da Durin il Senzamorte, il più vecchio dei Sette Padri dei Nani e capostipite del clan dei Lungobarbi, dopo essersi risvegliato nelle profondità del Monte Gundabad, all’estremità settentrionale delle Montagne Nebbiose.

Khazad-dûm, invece, fu eretta nella zona centrale delle Montagne Nebbiose e, patria del clan dei Lungobarbi, fu la più grande e famosa tra tutte le dimore dei Nani. Si narra che Durin, scendendo lungo le Montagne Nebbiose, vide, presso il monte Celebdil (Argentacuspide), un bellissimo lago, che chiamò Kheled-zâram, nella lingua dei Nani, ma che gli Uomini conoscono come Mirolago. Lo specchio d’acqua, da allora, fu sacro per i Nani e, presso il monte Celebdil, che lo sovrastava, Durin costruì la città di Khazad-dûm.

Khazad-dûm sorge presso il monte Celebdil ed è delimitata a nord dal monte Caradhras e a nordest dal monte Fanuidhol. A ovest comunica con l’Eregion tramite il Cancello Occidentale, vicino al quale sgorga il fiume Sirannon che confluisce, più a ovest, nel Glanduin. Durante la permanenza degli Elfi nell’Eregion, una strada collegava il regno nanico alla capitale elfica di Ost-in-Edhil. A oriente, il Cancello Orientale si affaccia sul Mirolago, dal quale fluisce il fiume Celebrant verso sudest, verso Lothlórien. A sud e a nord, il regno di Khazad-dûm è saldamente incastonato nella catena delle Montagne Nebbiose.

Durante la Prima Era, i Nani di Khazad-dûm erano troppo lontani dal Beleriand perché i signori degli Elfi che abitavano in quelle terre conoscessero la città del Popolo di Durin se non dai racconti che riportavano i loro consanguinei dei Monti Azzurri.

Attorno agli anni Quaranta della Seconda Era, i Nani Barbafiamma e Vastifasci, che abitavano i Monti Azzurri e che erano sopravvissuti allo sprofondamento del Beleriand, alla fine della Guerra dell’Ira, lasciarono in gran numero le rovine delle loro antiche città e si recarono a Khazad-dûm, portando con sé le proprie straordinarie capacità artigianali. Per Khazad-dûm fu un vero e proprio periodo di rinascimento artistico e culturale, oltre che di incremento demografico.

Quando, nel II 750, anche molti Elfi di Lindon, specialmente Noldor, si insediarono nell’Eregion, tra essi e i Nani di Khazad-dûm sorse una grande amicizia e un’alleanza alimentata dagli scambi artistici e commerciali. Celebrimbor in persona aiutò i Nani nella costruzione dei Cancelli Occidentali di Moria e regalò a re Durin III uno dei sette Anelli del Potere forgiati per i Nani.

Questa grande amicizia cessò non per volontà dei due popoli né per le meschinità che sovente funestano gli umori dei regni mortali, ma per la malvagità stessa di Sauron, l’Oscuro Sire, che irato dall’inganno perpetrato a suo danno da Celebrimbor, che gli aveva nascosto l’esistenza dei tre anelli degli Elfi, nel II 1697 attaccò l’Eriador e ne distrusse ogni bellezza. I Nani, da buoni alleati, tentarono di soccorrere i loro amici Elfi, ma il potere dell’Oscuro Signore era tale che nulla poterono perfino gli sforzi di un popolo tanto tenace e caparbio. Come gesto estremo, i Nani chiusero i propri Cancelli Occidentali davanti al Nemico, recludendosi nella propria solitudine e sicurezza.

Frustrato dall’inespugnabilità della cittadella nanica, Sauron ordinò ai suoi Orchi di attaccare un’altra importante roccaforte nanica, il Monte Gundabad, a nord. Questo fu il triste tempo del Primo Sacco di Gundabad e la città venne così sottratta per lungo tempo al dominio del Popolo di Durin (né la caduta di Angmar nel III 1975 basterà per scacciare gli Orchi da Gundabad).

La reclusione dei Nani di Khazad-dûm cessò ai tempi della Guerra dell’Ultima Alleanza, quando anch’essi si unirono alle schiere di Elfi e Uomini per combattere contro l’Oscuro Sire. Ma al ritorno vittorioso, sebbene a caro prezzo, nelle loro terre, i Nani tornarono a chiudersi in se stessi.

Durante la Terza Era, i Nani espansero le proprie ricchezze e la propria influenza, anche se cominciarono a vacillare nel numero. Fu in questi secoli che, scavando a lungo e a fondo nelle miniere, i Nani scoprirono il mithril, un prezioso metallo dalle qualità uniche e straordinarie. Questo continuo scavare lì portò nel III 1980 ad andare troppo a fondo e a liberare una malvagità che a lungo era stata dimenticata dal mondo: il Balrog.

La creatura demoniaca cominciò a distruggere la città di Khazad-dûm e, quando il re Durin VI perì per mano sua, venne rinominata Flagello di Durin. L’anno seguente, anche il figlio del re, Náin I, cadde e fu allora che i Nani cominciarono ad abbandonare la propria casa ancestrale.

Dopo millenni di colonizzazione, Khazad-dûm divenne un luogo scuro e vuoto e non venne più chiamata Khazad-dûm, bensì Moria, che in sindarin significa “pozzo nero”. Il Balrog di Morgoth continuò a infestarne le rovine, solitario, per altri cinquecento anni, dopodiché anche gli Orchi giunsero in questa terra ora triste e la occuparono e la saccheggiarono delle antiche ricchezze.

Ci sarebbero molti altri eventi da raccontare sui destini di Khazad-dûm, molti di quali sono noti ai più per le vicende narrate ne Il Signore degli Anelli, ma quell’esposizione sarebbe ben al di là degli scopi e dei confini temporali di Tirnath-en-Êl Annûn.

Luoghi importanti di Arnor

Sopra vi abbiamo esposto le informazioni sui popoli e i territori della Terra di Mezzo che confinano o che sono inglobati nei tre regni dei Dúnedain del Nord. Quello che ci manca ora, è uno sguardo un po’ più attento su alcuni elementi dei territori di Arnor.

Annúminas

La città di Annúminas (sindarin “torre occidentale”) fu fondata nel II 3320 da Elendil sulle sponde meridionali del lago Nenuial (Vesproscuro), vicino alla sorgente del fiume Baranduin (Fiume Bruno), e fu la capitale del regno di Arnor fino a un periodo imprecisato della Terza Era, ma sicuramente precedente al III 861. Annúminas era circondata a ovest e a sud dagli Emyn Uial (Colli di Vesproscuro) e sfruttava intensivamente la via di comunicazione fluviale offerta dal Baranduin.

Ad Annúminas erano custoditi due importanti tesori. Il primo era la Pietra di Annúminas, uno dei palantíri, secondo le leggende il meno potente, ma il più usato dai re di Arnor, prima, e di Arthedain, dopo. Questo fu trasferito a Fornost Erain, quando i re del Nord vi spostarono la loro sede (ante III 861). Il secondo era lo Scettro di Annúminas, l’insegna regale di Arnor, che pure seguì i re a Fornost Erain.

Nel periodo in cui è ambientato Tirnath-en-Êl Annûn, la città di Annúminas giace disabitata e in rovina. I Guardiani continuano a usarla come base per le loro operazioni e come uno tra i luoghi più sacri di Arnor, anche per il fatto che ivi si trova la Pietra del Giuramento dei Settanta, che diede origine al loro Ordine.

Annúminas venne rifondata da re Aragorn II Elessar alla fine della Terza Era.

Fornost Erain

Fornost Erain o, in ovestron, Roccanorda dei Re, abbreviata anche solamente in Fornost o Roccanorda, fu per un certo periodo la capitale di Arnor e poi del regno successore di Arthedain.

Fu fondata attorno al II 3320 dai Dúnedain del Nord all’estremità sudoccidentale delle Lande Settentrionali, che le fornivano riparo. Da essa partiva l’antica Via Nord-Sud, che collegava l’Arnor al Gondor. Divenne capitale di Arnor prima del III 861 e, da quell’anno, capitale di Arthedain. La città fu assediata e distrutta dal Re Stregone di Angmar nel III 1974 e la sua occupazione da parte del Nemico durò circa per un anno, dopo il quale le sue rovine furono liberate da un grande un esercito formato dai superstiti dei Dúnedain di Arnor e dai loro alleati.

A Fornost furono custoditi sia la Pietra sia lo Scettro di Annúminas e, dal III 1409, anche la Pietra di Amon Sûl. I due palantíri furono messi in salvo nel III 1974 da re Arvedui, in fuga da Fornost verso Forochel, ed ebbero fine insieme a lui col naufragio nella Baia di Ghiaccio. Lo Scettro di Annúminas fu messo in salvo: passò ai capitani dei Raminghi e fu portato a Gran Burrone, perché vi fosse custodito.

Dopo la caduta dell’Arnor, le rovine di Fornost vennero definitivamente abbandonate. Solo i Raminghi del Nord continuarono a frequentarle come base per le loro operazioni. Gli Uomini di Brea presero a chiamarla Forra dei Morti e non le si avvicinavano per il grande timore che suscitava in loro. Re Aragorn II Elessar la fece ricostruire alla fine della Terza Era.

Durante il periodo in cui è ambientato Tirnath-en-Êl Annûn, Fornost è la capitale del regno di Arthedain e non cesserà di esserlo se non con la sua distruzione.

Le lande

Le lande sono delle formazioni geologiche particolari: si tratta di colline esposte su un lato a una forte erosione da parte dei venti.

Nell’Arnor ci sono diverse formazioni di lande.

La Lande del Nord segnano anche il confine settentrionale di Arnor e poi di Arthedain e, sulle loro pendici meridionali, sorge Fornost.

Le Lande del Sud si trovano nel territorio del Cardolan, a sud della Grande Via Est e a sudest di Brea.

I Tumulilande si trovano sempre nel territorio del Cardolan, nell’angolo di sudovest tra la Via Nord-Sud e la Grande Via Est; sono delimitate a ovest dalla Grande Foresta e a sud dal Baranduin.

I Bianchi Poggi, sui quali, a partire dal XVII sec. della Terza Era, sorge Pietraforata, la capitale della Contea, sono anch’esse delle lande e lo stesso dicasi per i Luoghi Lontani, l’estremo confine occidentale della Contea.

Tumulilande

Vale la pena di spendere qualche parola in più sui Tumulilande (sindarin Tyrn Gorthad): essi furono un terreno di sepoltura per gli Uomini fin dalla Prima Era.

Durante la Seconda Era, furono uno dei luoghi dove si insediarono alcuni coloni provenienti da Númenor, dato che queste lande erano riverite per la loro antichità e sacralità. Dopo la Caduta di Númenor, i Tumulilande entrarono a far parte del Regno del Nord e, dopo il III 861, ivi si trovava la capitale del regno di Cardolan.

Nel III 1409 le forze dell’Angmar e del Rhudaur, assoggettato dall’Ombra, attaccarono il Cardolan, ne spezzarono la linea regnante e ne decimarono la popolazione; i pochi Dúnedain superstiti si rifugiarono sui Tumulilande (e nella Grande Foresta).

Nel III 1636, all’epoca della Grande Piaga, il Re Stregone inviò alcuni spettri a infestare i Tumulilande, rendendoli di fatto disabitati; i tentativi successivi dell’Arthedain di ripopolarli fallirono miseramente proprio a causa dei poteri oscuri che vi albergavano.

Colli Torrioni

I Colli Torrioni (sindarin Emyn Beraid) sono delle colline a ovest di Mithlond e a est dei Luoghi Lontani. Formalmente essi facevano parte del territorio dell’Arnor prima e dell’Arthedain poi, anche se gli Elfi di Lindon vi tennero sempre una costante presenza, soprattutto dopo la caduta dell’Arnor.

Nel II 600, quando i primi Númenóreani arrivarono nella Terra di Mezzo attraverso il golfo di Lune, essi incontrarono gli Uomini dell’Eriador presso i Colli Torrioni e lì capirono dalle rispettive lingue di essere dei lontani parenti.

Su di essi Gil-galad fece erigere tre torri elfiche, dette Bianche Torri, in onore di Elendil. La più alta era detta Elostirion e, da non prima del II 3320, in essa fu custodita la Pietra di Elendil, uno dei tre palantíri del Nord, l’unico che non poteva comunicare con gli altri, ma che guardava verso Ovest, oltre il Grande Mare, fino al porto di Avallónë sull’isola di Tol Eressëa. Si narra che Elendil vi andasse spesso a rimirare l’Occidente.

Durante la Terza Era, gruppi di Elfi andavano in pellegrinaggio fino a Elostirion per vedere attraverso la Pietra alcuni sprazzi dell’Occidente. La Pietra di Elendil fu riportata a Valinor alla fine della Terza Era dagli Elfi di Lindon.

Colline Vento

Le Colline Vento (sindarin Emyn Sûl) si trovano tra le Lande Settentrionali e quelle Meridionali, appena a nord della Grande Via Est e a est delle Chiane Ditteri. Esse sono colline e non lande, e si sviluppano in direzione nordovest-sudest. Dal III 861 segnano il confine tra i regni di Arthedain a ovest e di Rhudaur a est, mentre a sud di esse, oltre la Grande Via Est, comincia il regno di Cardolan.

La zona che va a ovest dall’arco delle Colline Vento fino a Colle Brea escluso, ma comprendendo Bosco Cet e le Chiane Ditteri, apparteneva formalmente al regno di Arthedain ma fu disputata per un lungo periodo nelle guerre tra Arthedain, Rhudaur e Cardolan, prima, e tra Arthedain e Angmar, dopo.

All’estremità meridionale delle Colline Vento si trova Colle Vento (sindarin Amon Sûl), l’altura maggiore della catena. Su Amon Sûl sorgeva fin dai tempi di Elendil una torre di architettura númenoreana che custodiva la Pietra di Amon Sûl, il più potente dei tre palantíri del Nord e per questo a lungo bramato dai tre regni successori dell’Arnor. Dagli anni Cinquanta del XIV sec. della Terza Era, quando il trono di Rhudaur fu usurpato dagli Uomini delle Colline, Argeleb I fece fortificare le Colline Vento, la Grande Via Est e il basso corso del Fiume Grigio per difendere i confini di Arthedain dalle invasioni del Rhudaur e dell’Angmar. Su Amon Sûl fu costruito un enorme bastione, che tenne fino al III 1409, quando le Emyn Sûl caddero davanti agli eserciti di Angmar, Amon Sûl fu distrutto e la Pietra di Amon Sûl fu messa in salvo e portata a Fornost Erain (da qui, nel III 1974/5, seguirà la sorte della Pietra di Annúminas nella Baia di Ghiaccio di Forochel).

Per diversi secoli le fortezze sulle Colline Vento giacquero in rovina e tornarono all’attenzione della storia solo nel III 3018, quando vi passò il Portatore dell’Anello.

Chiane Ditteri

Le Chiane Ditteri sono delle paludi immediatamente a ovest di Amon Sûl, costituite da pozzanghere, stagni, rovi e giunchi. Sono infestate da insetti e moscerini fastidiosi, tra cui i nichibrichinichi, insetti simili a grilli che emettono un rumore fastidiosissimo.

Bosco Cet

A ovest delle Chiane Ditteri e immediatamente a est di Colle Brea si trova Bosco Cet, nella Terra di Brea. Il villaggio di Arceto è costruito tra gli alberi al margine di Bosco Cet.

A partire dal III 1300 molti Hobbit vivono nella Terra di Brea vicino a Bosco Cet.

Brea

Brea è il maggiore degli insediamenti che sorge su Colle Brea, a nordest dell’incrocio tra la Via Nord-Sud e la Grande Via Est. Attorno a Colle Brea si trovano quattro insediamenti, in senso antiorario: Brea, Staddle, Conca e Arceto (tra gli alberi di Bosco Cet).

La zona attorno a Colle Brea è detta Terra di Brea ed è abitata dagli Uomini di Brea e dagli Hobbit che dal III 1300 circa si sono insediati nell’area.

Minhiriath

Il Minhiriath (sindarin “tra due fiumi”) è la regione di Arnor tra la Via Nord-Sud, a nord, il fiume Baranduin, a ovest, e il fiume Gwathló, a est. Dal III 861 fa parte del regno di Cardolan e ne costituisce la parte meridionale, che si affaccia sul Grande Mare.

Abitato da sempre dagli Uomini dell’Eriador, anticamente imparentati con i Númenóreani, nel VII sec. della Seconda Era vi sbarcarono gli Uomini dell’Ovest, che sottoposero l’area a una pesante deforestazione. Per questa ragione, gli Uomini del Minhiriath divennero ostili ai conquistatori; furono per questo perseguitati e si rifugiarono nelle foreste di Capo Eryn Vorn. Costoro si unirono all’Oscuro Sire e sperarono nella sconfitta dei Númenóreani, durante la Guerra tra gli Elfi e Sauron, ma furono sconfessati quando il Nemico a sua volta mise a ferro e fuoco la regione, nel II 1701.

Nel II 3320 il Minhiriath divenne parte del regno di Arnor e, dal III 861 del regno di Cardolan. Nel III 1409, quando cadde il Cardolan, anche il Minhiriath subì un netto calo demografico, ma l’opera fu completata dalla Grande Piaga del III 1636, che lasciò queste terre quasi completamente deserte. Dal III 1975, dopo la caduta di Arnor, il Mihiriath divenne una terra di nessuno scarsamente abitata.

Eryn Vorn

Eryn Vorn (sindarin “foresta oscura”) è un capo coperto di foreste a sudest della foce del Baranduin. Queste foreste sono solo una reliquia della verde maestosità che un tempo copriva tutto il Minhiriath e che fu devastata dai Númenóreani per il loro incredibile fabbisogno di legname.

Dopo la guerra di Sauron in Eriador, molti abitanti del Minhiriath si ritirarono o a Eryn Vorn o verso Brea. Durante la Terza Era, alcuni Uomini abitavano nelle foreste di Eryn Vorn e si dice che non superassero il Baranduin per timore degli Elfi che abitavano al di là di esso.

Lond Daer Enedh

Il suo nome originario era Vinyalondë (quenya “porto nuovo”) e, durante la Seconda Era, fu un importante porto fondato dai Númenoreani alla foce del fiume Gwatló tra il II 750 e il II 780.

Fu il primo insediamento stabile dei Númenoreani nella Terra di Mezzo e veniva usato per rifornire Númenor della legna del Minhirath e dell’Enedwaith. Questo causò l’ira delle popolazioni del Dunland, che distrussero e saccheggiarono il porto in numerose occasioni.

Per un certo periodo il porto giacque in rovina, ma alla fine venne rifondato col nome di Lond Daer (sindarin “grande porto”) e Tar-Minastir lo usò come punto strategico per lanciare la propria offensiva contro Sauron nel II 1700. Durante la guerra, Sauron aveva fatto incendiare i boschi attorno all’approdo e questo, dopo la guerra, causò una grave penuria di legna, che fece declinare le attività del porto. Per questo gli si preferirono nuovi approdi a sud, come Pelargir e Umbar, e Lond Daer venne chiamato Lond Daer Enedh (“grande porto di mezzo”) perché si trovava a circa metà strada tra Lindon, a nord, e Pelargir, a sud.

Nonostante il calo d’importanza, i Númenóreani continuarono a frequentarlo come punto di approdo per risalire il Gwathló fino all’altezza di Tharbad. Quando Elendil fondò l’Arnor nel II 3320, Lond Daer cessò di essere un punto nevralgico perché ormai non vi erano più traffici provenienti da Númenor; il controllo commerciale della regione si spostò a nord, a Tharbad, e Lond Daer cadde definitivamente in rovina per tutta la Terza Era.

Tharbad

Tharbad (sindarin “crocevia”) sorgeva nel punto in cui il fiume Gwathló incrociava la via Nord-Sud, appena a sud degli Stagni dei Cigni. Fu fondata da Aldarion di Númenor prima del II 1098 e si narra che qui egli incontrò Galadriel.

A Tharbad arrivavano le navi che passavano da Lond Daer e, verso il II 1695, tutta la regione del fiume Gwathló fu fortificata per assicurarsi che il passaggio delle navi fosse al sicuro dall’ira delle popolazioni locali.

Durante la Guerra tra gli Elfi e Sauron, Tharbad e le fortificazioni sul Gwathló costrinsero le forze dell’Ombra ad arrestarsi e, nel II 1701, vi si combatté la Battaglia del Gwathló, che mise in rotta le forze di Sauron, anche grazie ai rinforzi provenienti da Lond Daer.

Dopo quella guerra, Tharbad scomparve dalle cronache per circa quindici secoli; le uniche informazioni su di essa ci dicono che, dopo la distruzione dell’Eregion, la regione fu trascurata sia dagli Elfi sia dai Númenóreani e che i nativi di entrambe le sponde del Gwathló continuarono le loro ostilità.

Dopo la fondazione dei due regni dei Dúnedain, nel II 3320, Tharbad crebbe d’importanza, poiché sorgeva sulla principale via di comunicazione tra di essi. In questo periodo fu costruito un imponente ponte sul fiume Gwathló che si innestava direttamente sull’Antica Via Sud, diretta verso Gondor. La zona fu fortificata e vi furono stazionate importanti guarnigioni.

Dopo il III 861 Tharbad divenne parte del regno di Cardolan. Attorno al III 1050 alcuni Hobbit si stanziarono nella zona a sudest di Tahrbad, ma essi se ne andarono in massa attorno al III 1630, poiché il clima dell’Eriador orientale era diventato inospitale ed essi poterono trovare ospitalità dai loro fratelli della Contea.

Nel III 1636 la zona fu funestata dalla Grande Piaga e il clima divenne ancora più inospitale: diversi sopravvissuti di Tharbad si ritirarono verso l’Arthedain. Anche Gondor fu colpito dalla Grande Piaga e, come conseguenza, i traffici diminuirono considerevolmente e tutta questa zona del Cardolan divenne quasi disabitata. Altri rimasero a Tharbad e continuarono a popolarla fino al III 1974 e alla caduta di Arnor.

Dal III 2050 circa, l’Antica Strada Sud non venne più mantenuta e il ponte di Tharbad giaceva in rovina e fu rimpiazzato da un pericoloso guado. Le popolazioni dell’Enedwaith e i Dunlandiani di fatto non erano più soggetti a Gondor e smisero di curare queste infrastrutture.

Sarnoguado

Sarnoguado è un guado di pietre sul Baranduin a sud del territorio della Contea, laddove passa la strada che da Pietraforata passa il fiume e si ricongiunge con la Via Nord-Sud. Sarnoguado è il calco ovestron del sindarin Sarn-athrad (“guado di pietra”); il nome fu dato al guado dai Númenóreani, probabilmente come omaggio a Sarn Athrad nel Beleriand.

Sicuramente il guado già esisteva nella Seconda Era, poiché nel II 1700, durante la Guerra tra gli Elfi e Sauron, l’Oscuro Sire, che assediava gli Elfi di Lindon dal fiume Lune, fu ricacciato oltre Sarnoguado dalle truppe di Gil-galad e dell’ammiraglio númenóreano Ciryatur.

Dopo la caduta dell’Arnor, Sarnoguado divenne una base operativa e un punto strategico controllato dai Raminghi del Nord, che vi furono scacciati solo nel III 3018 a causa di un attacco da parte dei Nazgûl.

L’Angolo

L’Angolo dell’Eriador è la lingua di terra tra il fiume Mitheithel e il fiume Bruinen, a sud dei Boschi dei Troll. Durante la Seconda Era, una stirpe di Uomini provenienti dai Monti Bianchi e imparentati con gli Uomini di Brea, noti come Uomini delle Colline, si stabili in quest’area (fino agli Erenbrulli, a nord dei Boschi dei Troll).

L’Angolo faceva parte del regno di Arnor e, dal III 861, del regno di Rhudaur. Attorno al III 1050 gli Sturoi attraversarono il Valico Cornorosso e si stabilirono nella zona dell’Angolo, nella quale crearono insediamenti stabili. Lasciarono questa zona solo attorno al III 1300, quando l’Ombra proveniente da Angmar li spaventò ed essi si divisero in due tronconi: uno si diresse verso Brea, a ovest, l’altro tornò oltre le Montagne Nebbiose, nei Campi Iridati, a est.

L’area dell’Angolo fu poi dominata dagli Uomini delle Colline che, nel III 1356, usurparono la corona di Rhudaur. Poi cadde nelle mani dell’Angmar, quando il regno fantoccio di Rhudaur venne completamente inglobato nel reame stregonesco, nel III 1409.

Queste terre furono completamente liberate dall’Ombra dopo la Battaglia di Fornost (III 1975) e da allora furono praticamente disabitate.

Boschi dei Troll

I Boschi dei Troll si trovano tra il Mitheithel e il Bruinen, a nord della Grande Via Est e a ovest di Gran Burrone. I Boschi dei Troll sono una regione di altopiani ricoperti di foreste, perlopiù di faggio, ed erano noti per essere infestati dai troll.

Sulle alture dei Boschi dei Troll gli Uomini di Rhudaur costruirono fortezze, castelli e torrioni, che nei secoli successivi giacquero in rovina dopo la sconfitta di Angmar, nel III 1975.

Verso la fine della Terza Era pochi troll abitavano in queste foreste siccome, con ogni probabilità, erano stati respinti verso gli Erenbrulli, la loro terra d’origine a nord, dai Raminghi del Nord e dagli Elfi di Gran Burrone.

Una curiosità: Rhudaur in lingua comune significa “foresta malvagia”; è quindi probabile che in passato queste foreste si estendessero per un’area più grande e che la regione abbia preso il nome da esse.

Erenbrulli

Gli Erenbrulli (ma anche, meno comunemente, Erenvalli, Coldfell o Colline dei Troll) sono delle alture montagnose e selvagge a nord di Gran Burrone, oltre il Fiume Grigio. Il nome della regione significa “lande dei giganti”, e infatti la regione era abitata dai troll.

Gli Erenbrulli segnano anche il confine tra Rhudaur e Angmar e si collegano, a est, alle Montagne Nebbiose che, verso nord, curvano verso ovest a formare le Montagne di Angmar.

Nel III 1975, dopo essere stato sconfitto nella Battaglia di Fornost, il Re Stregone si rifugiò verso nordest, sugli Erenbrulli. Nel III 2930 Arador, capitano dei Dúnedain e nonno di Aragorn II Elessar, fu ucciso dai troll sugli Erenbrulli.

Monte Gramma

All’estremità occidentale degli Erenbrulli è situato il Monte Gramma, dal quale, nel III 2747, re Golfimbul condusse un’armata di Orchi che scorazzò per l’Eriador settentrionale e per il Decumano Nord della Contea, e che fu battuta dagli Hobbit condotti da Brandobras Tuc detto Ruggibrante nella Battaglia di Terreverdi.

Notate che la posizione del Monte Gramma non è precisata da Tolkien nei suoi scritti. Per pura comodità e per attenerci alla vulgata, abbiamo deciso di basarci sulla posizione assegnata a questo monte da Karen Wynn Fonstad (L’atlante della Terra di Mezzo di Tolkien, Bompiani, Milano 2002).

Grande Via Nord-Sud

La Grande Via Nord-Sud fu costruita negli ultimi anni della Seconda Era per collegare i due regni di Arnor e di Gondor. Probabilmente il tracciato originario congiungeva Annúminas a Osgiliath.

Successivamente all’abbandono di Annúminas, la Grande Via Nord-Sud ebbe Fornost come termine settentrionale. Da lì scendeva verso sud, incrociando presso Brea la Grande Via Est, passava poi in mezzo ai Tumulilande, a ovest, e alle Lande Meridionali, a est, incrociando il Gwathló presso Tharbad, presso la quale quale fu costruito un grande ponte.

Da Tharbad in giù la via era conosciuta come Grande Via Sud (ma dopo la caduta della città venne chiamata Antica Via Sud). La Via Sud passava per l’Enedwaith, dividendolo dal Dunland, a est; passava poi a sud delle Montagne Nebbiose dai Guadi dell’Isen.

Dopo aver superato il fiume Isen, la via diventava conosciuta come Grande Via Ovest: correva lungo i Monti Bianchi, passando per Edoras, l’Anórien, passava per la Foresta Drúadan e poi curvava verso sud per raggiungere Minas Tirith e Osgiliath, dopo la quale era conosciuta come Via Sud e continuava fino a Pelargir.

La Grande Via Nord-Sud cadde in rovina a partire dal XVII sec. della Terza Era e, dal III 1975, non c’era più alcun regno di Arnor da collegare. Da allora la via a nord di Tharbad venne conosciuta col nome di Verdecammino, siccome la vegetazione cominciò a reclamarla per sé, mentre nel Dunland il tracciato arrivò quasi a scomparire. Fu ripristinata da re Aragorn II Elessar alla fine della Terza Era.

Grande Via Est

La Grande Via Est fu probabilmente costruita dagli Elfi in concomitanza con la fondazione di Gran Burrone, nel II 1697. Essa collegava originariamente Mithlond a Imladris, ma del tracciato tra Mithlond e Pietraforata non conosciamo l’ubicazione esatta: sappiamo solo che passava a nord dei Colli Torrioni, dei Luoghi Lontani e dei Bianchi Poggi.

Il tracciato continuava all’interno del territorio della Contea e passava sul Baranduin presso il Ponte sul Brandivino, poi a Nord della Grande Foresta e dei Tumulilande, incrociando la Grande Via Nord-Sud presso Brea. Si lasciava Brea, Bosco Cet e le Chiane Ditteri a nord e passava appena a sud di Amon Sûl; attraversava poi il Fiume Grigio sull’Ultimo Ponte, lasciando i Boschi dei Troll a nord e poi superando il Rombirivo sul Guado del Bruinen – sotto la protezione del potere di Vilya, l’anello elfico dell’aria in possesso di Elrond – giungendo infine a Gran Burrone.

Dopo la Grande Foresta, la Grande Via Est segnava il confine tra Arthedain e Cardolan e, dopo le Colline Vento, quello tra Cardolan e Rhudaur.

Giocare nell’Arnor

Dopo avervi fatto una breve panoramica sulla geografia, sui popoli e sulla storia delle diverse parti dell’Eriador, ora è il momento di parlare di alcuni aspetti del regno di Arnor che, a nostro avviso, non sono scontati e dall’approfondimento dei quali la vostra partita potrebbe trarre beneficio.

Vestiario dei Guardiani

I Tirnath-en-Êl Annûn sono un ordine semi-segreto, nel senso che la sua esistenza non è segreta come quella di una setta o di un ordine di spie, ma la loro eredità risale alla Seconda Era e quasi nessuno sa più quale sia il loro scopo e la loro missione.

Oltretutto, va detto che l’Ordine raccoglie guerrieri, nobili, ambasciatori, artigiani, esploratori, studiosi ecc.; insomma, una vasta gamma di persone dalle competenze e dalla provenienze più disparate. Le uniche cose che li uniscono sono il comune retaggio númenoreano, l’appartenenza all’Ordine e la dedizione alla sua missione: proteggere l’Arnor e osteggiare l’avanzata dell’Ombra.

Per questa ragione, i Guardiani non hanno una divisa: ciascuno di essi si veste come si vestirebbe una persona come le altre, a seconda della sua estrazione sociale e della sua funzione. L’unica cosa che i Guardiani portano sempre su di sé è il simbolo dell’Ordine: la stella a sette punte. Nei tempi antichi pare che ne portassero tre ma, stando alle cronache dell’Ordine, da quando due di essi caddero preda dell’Ombra, ai tempi della scissione dell’Arnor nei regni successori, il distintivo dei Guardiani fu cambiato come monito per le generazioni future.

La stella a sette punte è detta Stella d’Occidente (Êl Annûn) o Stella dei Guardiani (Êl Tirnath) ed è generalmente fatta d’argento. Un racconto per giovani guardiani dice che un novizio chiese a un veterano, sotto il quale si stava addestrando, come mai l’Ordine avesse scelto di usare proprio l’argento come materiale per il proprio distintivo: quel metallo era sì prezioso, ma anche facile a ossidarsi e difficile da pulire, specie dalle macchie di sangue. “E non è quindi come noi?” rispose il veterano. “Siamo materiale prezioso, ma facile a rovinarsi, e le macchie che portiamo non sono facili a togliersi, specie quelle del sangue altrui, che c’imbratta le mani e l’anima anche quando è spillato a ragion veduta”. Il novizio allora stette zitto, ritenendo di aver imparato una lezione e, quando fu a sua volta veterano, raccontò la stessa storia ai suoi apprendisti.

Nobiltà nella Terra di Mezzo

La società dei tre regni successori dell’Arnor non è basata sul modello feudale, ma piuttosto sulla società dell’epica germanica. Pertanto, i titoli nobiliari che solitamente associamo alla nobiltà medievale non si applicano ai tre regni dúnadan del Nord.

Non ci saranno conti, baroni, marchesi o duchi; al massimo ci saranno dei signori e delle signorie e, fintanto che i tre piccoli reami perdureranno contro l’Ombra, ci saranno tre re. Coloro prossimi ai re in linea di successione sono detti principi e, probabilmente, i regnanti hanno consiglieri e siniscalchi ma, al di là di ciò, non ci sono dei veri e propri ranghi nobiliari. Allo stesso modo, i cavalieri non sono un grado della nobiltà, ma indicano un ruolo e una funzione militare.

I PG posso appartenere ai ranghi della nobiltà oppure no, quello che conta è che essi possano in qualche modo tracciare il loro lignaggio fino agli Uomini di Númenor. Va detto che, di solito, coloro che vantavano un’ascendenza dúnadan erano di fatto considerati alla stregua di nobili dagli altri Uomini dell’Eriador, ma vi preghiamo di valutare i singoli casi e di non improntare le vostre giocate con una visione classista, quando non proprio razzista, che mal si addice al mondo ritratto da Tolkien.

Le genti dell’Arnor

A seconda del periodo nel quale ambienterete la vostra campagna, vi troverete ad avere a che fare con un Arnor che ha tra i suoi abitanti Uomini dell’Eriador, Dúnedain, Uomini delle Colline, Uomini di Brea, Hobbit, e Nani ed Elfi come possibili viaggiatori esterni ai regni.

Considerate innanzitutto che spesso l’esposizione inerente alle varie regioni e ai vari popoli ed etnie è schematica e sintetica. È detto che nell’Angolo abitano gli Uomini delle Colline, ma questo non significa che non possano esserci anche degli Uomini dell’Eriador o dei Dúnedain. Ritraete una società multietnica, reale, vivida, in movimento. Considerate le unioni miste, che pure sono frequenti, e il fatto che i popoli e le culture non abbiano delle chiusure ermetiche, nemmeno nella Terra di Mezzo.

La società dei regni dúnadan del Nord non è più una società di cultura númenóreana, e probabilmente non lo è mai stata per davvero. La società dell’Arnor è nata dall’incontro di quelle culture e di quei popoli che la abitano, e che portano con sé la loro storia e le proprie tradizioni. Tenetelo bene a mente quando ritraete i regni del Nord.

Le lingue della Terra di Mezzo

È risaputo: uno degli aspetti che più affascinano dell’opera di Tolkien e dalla quale il Maestro stesso era interamente catturato è la straordinaria varietà linguistica del suo mondo immaginario.

In Tirnath-en-Êl Annûn non ce la siamo sentita di lasciare del tutto fuori questo incantevole giardino linguistico, anche se qui la volontà di rappresentare adeguatamente l’universo della Terra di Mezzo si sposa con la necessità di non rendere questo mondo di Fate un’opera meno fruibile e, soprattutto, irrazionalmente dettagliata ai fini del gioco.

Procediamo, dunque, con questo breve excursus, che si divide in due parti: la prima annovera e approfondisce un poco le lingue principali della Terra di Mezzo durante la guerra di Angmar; la seconda riassume per sommi capi quali lingue sono parlate da chi.

Una spiegazione su come gestire le lingue durante una partita di Tirnath-en-Êl Annûn è demandata al capitolo “Giocare nella Terra di Mezzo”.

Quenya

È la lingua degli elfi di Valinor, la più vicina alla lingua dei Valar stessi. Non è parlata comunemente nella Terra di Mezzo, essendo relegata al ruolo di lingua poetica e letteraria, legata alle cose antiche e sacre.

I Noldor l’avevano per lingua madre, ora ampiamente sostituita dal sindarin. La conoscono gli Elfi in generale, specialmente noldorin e sindarin, e gli Uomini di grande cultura come, per esempio, molti studiosi Dúnedain.

Sindarin

È la lingua degli elfi del Beleriand e, poi, della Terra di Mezzo. Viene usata comunemente da tutti gli Elfi, da quasi tutti i Dúnedain e da molti Uomini di cultura.

Per gli Uomini, il sindarin è una lingua “alta”, legata allo splendore della cultura elfica.

Adûnaico

Era la lingua parlata a Númenor. Deriva dalla lingua degli uomini della Casa di Hador, che la parlavano durante la Prima Era, per poi diventare la lingua comune dei Númenóreani. Passò ai Dúnedain della Terra di Mezzo dopo la Caduta di Númenor.

Attualmente è la lingua “alta” dei Dúnedain, legata al loro passato e ai loro illustri antenati. È conosciuta e parlata da quasi tutti i Dúnedain ed è spesso usata in contesti formali.

Ovestron

Detta anche “lingua corrente” o “comune”, è la lingua comunemente parlata dagli uomini di Arnor, di Gondor e dagli hobbit della Contea (questi, in realtà, ne parlano un dialetto noto come “hobbitese” o semplicemente “hobbit”; le due lingue sono abbastanza simili da essere intercomprensibili per i propri parlanti).

L’ovestron è nata dalla commistione tra la lingua degli uomini dell’Eriador e l’adûnaico, che è cominciata all’inizio della Terza Era ed è tutt’ora in corso.

Khuzdul

Detta anche “nanico” o “nanesco”, è la lingua segreta parlata solo dai Nani, che la parlano solo tra loro e non la rivelerebbero mai a nessun altro membro dei Popoli Liberi.

Alcune rare espressioni sono universalmente conosciute nella Terra di Mezzo, ma si potrebbero contare sulle dita di una mano. I Nani parlano comunemente l’ovestron.

Linguaggio Nero

Fu creato da Sauron nel corso degli Anni Oscuri della Seconda Era per fungere da lingua franca per tutti i servitori dell’Ombra.

È spesso conosciuto dai servi del Nemico, specialmente tra i loro prìncipi e comandanti, e anche da coloro che li combattono, che l’hanno imparato per far di necessità virtù.

Orchesco

Detta anche “orchese”, più che una lingua vera e propria è un ammasso di dialetti parlati dalle varie tribù di Orchi. Ogni tribù ha il suo dialetto particolare, ma la comprensione reciproca non è impossibile.

È comunemente parlata dagli Orchi, dai loro alleati e viene spesso studiata anche dai loro nemici.

Lingua degli Uomini del Nord

Questo insieme di parlate e dialetti ha un sostrato comune nella lingua degli Uomini della Seconda Era ed è parlato dagli Uomini del Rhovanion settentrionale.

Nel periodo storico della guerra di Angmar, questi popoli erano riuniti nel regno del Rhovanion (circa III 1248 – III 1899). Successivamente, la lingua degli Uomini del Nord si diramerà in alcune varianti che conosciamo molto bene: il beorniano, il rohirric e la lingua di Dale.

Lingue e popoli della Terra di Mezzo

Passiamo ora in rassegna i singoli popoli della Terra di Mezzo e le lingue da loro parlate.

Come premessa a questo discorso, tenete bene a mente che, normalmente, gli abitanti della Terra di Mezzo, anche le persone comuni, sono poliglotti e abituati a vivere in una terra dalle molteplici lingue.

Elfi

Tutti gli Elfi conoscono il sindarin e l’ovestron. I Noldor, gli studiosi e i nobili conoscono anche il quenya. È facile che un elfo parli adûnaico e, se ha avuto modo di avere contatti con gli Uomini del Nord, anche la loro lingua.

Per necessità e studio, può essere che un elfo che ha studiato o che ha combattuto il Nemico conosca anche il linguaggio nero e comprenda alcuni dialetti orcheschi.

Nani

Tutti i Nani parlano il khuzdul e l’ovestron. Molti nani hanno imparato il sindarin, l’adûnaico e la lingua degli Uomini del Nord per ragioni culturali, commerciali o diplomatiche.

Essendo tra i più strenui oppositori del Nemico, non è raro che un nano comprenda l’orchesco e abbia studiato il linguaggio nero.

Uomini dell’Eriador

Gli Uomini dell’Eriador parlano tutti l’ovestron. Gli abitanti del Rhovanion hanno per madrelingua la lingua degli Uomini del Nord. L’adûnaico e, più raramente, il sindarin vengono appresi come lingue “alte”, legate alla cultura e alla diplomazia.

Dúnedain

I Dúnedain sono fluenti in ovestron e adûnaico, la lingua dei loro padri, spesso usata nei contesti formali. Molti Dúnedain parlano come seconda lingua il sindarin e alcuni conoscono molto bene anche il quenya.

Non è raro che un dúnedain impari la lingua dei propri confinanti o alleati, come la lingua degli Uomini del Nord, o dei propri nemici, come il linguaggio nero o l’orchesco.

Hobbit

Gli Hobbit parlano l’ovestron, nella loro variante locale dell’hobbit. Per ragioni diplomatiche e di prestigio, alcuni hobbit apprendono anche l’adûnaico. È abbastanza raro, anche se non impossibile, che un hobbit studi altre lingue.

Orchi

Gli Orchi parlano l’orchesco e, non di rado, anche il linguaggio nero. Tutti gli orchi che devono intraprendere relazioni con altri servi del Nemico devono conoscerlo.

Riempire gli spazi bianchi

Anche in questa situazione, a valle di questo capitolo così pieno di informazioni, vi assicuriamo che la mappa della Terra di Mezzo che ci è stata lasciata in eredità di Tolkien, e che noi abbiamo arricchito con qualche pennellata, è un posto pieno di spazi lasciati vuoti.

Questi spazi vuoti sono stati lasciati lì apposta per voi: completateli, ricalcate con l’inchiostro le linee lasciate a matita, finite di disegnare laddove mancano dettagli, collegate i puntini, colorate gli spazi, date sfumature. In poche parole: la Terra di Mezzo è vostra da conquistare.

Tutte le informazioni che non troverete in questo manuale le abbiamo lasciate libere: decidetele assieme. Il modo migliore che avete per decidere assieme queste cose è non dire mai di no agli altri e fare domande e costruire sulle risposte che ricevete.

Non dire di no significa non cassare le cose che agli altri sembrano belle, ma rilanciare contribuendo a renderle anche vostre: non dite “no”, se potete dire “si, e…” o “sì, ma…”.

Fare domande e costruire sulle risposte vuol dire chiedere agli altri cose che vi incuriosiscono sul mondo, sui personaggi, su come vedono una determinata cosa ecc. e, una volta che vi hanno risposto, usate la consapevolezza di quelle risposte per rendere migliore la vostra giocata.

Fate questo sia che siate il GM sia che siate giocatori.

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